Aggressione al servizio psichiatrico. Si attende la sperimentazione dei nuovi dispositivi per garantire la sicurezza dei sanitari

Porta scardinata, sedie scagliate, scrivanie ribaltate e computer divelti, con una infermiera ferita lievemente al piede: è il bilancio dell’ultima aggressione accaduta al servizio psichiatrico Spdc 1 dell’Aoui Borgo Trento, che si svolge negli spazi dell’ospedale ma è in carico al personale dell’Ulss 9. Mercoledi sera un utente con problemi di tossicodipendenze ha dato in escandescenze sfasciando uno studio all’interno del reparto. La sua fuga non è stata ostacolata nemmeno dalle spranghe con cui è stata rinforzata la porta di accesso all’unità ospedaliera, che è stata scardinata a furia di calci. «Questo episodio, l’ennesimo, va oltre i normali rischi del mestiere, dal momento che si tratta di un soggetto recidivo, che fa dentro e fuori dal reparto ormai da tempo, mettendo spesso in atto condotte simili» spiega il segretario generale Fp Cgil Verona Antonio De Pasquale. «Non è stato fermato nemmeno dalla nuova legge che inasprisce le condanne per le aggressioni ai danni dei sanitari, la quale evidentemente non viene applicata» aggiunge. «E mentre si continuano a sbandierare interventi straordinari, tra queste persone si rafforza un devastante senso di impunità. Il personale sanitario resta in vetta alle classifiche per aggressioni subite, davanti anche a quello di polizia penitenziaria» conclude De Pasquale. «A giorni è atteso l’avvio nei pronti soccorso della sperimentazione dei nuovi dispositivi anti-aggressione, che noi della Fp Cgil abbiamo chiesto di estendere anche alle Spdc (le psichiatrie), alle Rems (Residenza sanitaria per l’attuazione delle misure di sicurezza) e ai Csm (Centri salute mentale)» ricorda il responsabile Sanità della Fp Cgil Simone Mazza. «Tuttavia il problema delle aggressioni è più strutturale, riguardando la mancata presa in carico del disagio sul territorio e la concentrazione dei casi più gravi sulla rete ospedaliera» aggiunge Mazza. Ciò è particolarmente vero per il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Borgo Trento, al quale confluiscono tutti i casi più complessi provenienti dalla Rems, dal carcere di Montorio e dall’ospedale di San Bonifacio che durante le notti, al sabato e la domenica e in tutti i festivi non ha il servizio psichiatrico attivo. Secondo i dati forniti da Aoui su richiesta di Fp Cgil nei primi sei mesi dell’anno in corso le aggressioni in tutto il polo ospedaliero sono state 82 di cui 16 di tipo fisco, 25 di tipo fisico e verbale e 38 solo verbali, con l’apertura di 13 infortuni. Nel 2024 le aggressioni sono state in totale 196 con l’apertura di 23 infortuni, in crescita rispetto alle 182 del 2023 (14 infortuni) e le 142 del 2022 (3 infortuni). «La sicurezza non è un lucchetto o una legge, soprattutto se destinata a rimanere sulla carta» concludono De Pasquale e Mazza – «ma un servizio pubblico regolarmente dimensionato nel personale e nei mezzi, all’interno di una rete sanitaria che provvede alla presa in carico dei pazienti anche sul territorio. Aspetti che mancano o sono gravemente deficitari nella nostra sempre più scalcagnata sanità pubblica. Per ripartire serve prima di tutto il rispetto per il personale sanitario, che deve essere espresso innanzitutto dalle istituzioni riconoscendo a lavoratrici e lavoratori contratti dignitosi con stipendi in linea con quelli europei».