Aglietti, ora concedi il bis! Dopo aver portato in serie A il Verona, l’allenatore ci prova adesso con il Chievo L’avventura di Marcolini è finita dopo l’inatteso e sconcertante ko col Livorno

Svolta al Chievo. Arriva Aglietti, esonerato Marcolini. Aglietti torna a Verona dopo il “miracolo’ di un anno fa, promozione con l’Hellas per non essere poi riconfermato. Nel suo staff, come vice allenatore, arriva anche Cesar Vinicio, ex difensore clivense, 50 partite e 5 goal tra il 2003 e il 2009. Sarà stata sicuramente una decisone molto sofferta quella presa da Campedelli e Pellissier, quest’ultimo legato a Marcolini da un rapporto che andava oltre all’aspetto professionale, a lungo compagni di spogliatoio.

LA SVOLTA. Serviva una svolta, e anche repentina visto che il Chievo è atteso ora dalla trasferta di Ascoli già domani sera nel turno infrasettimanale. Bisogna rimettersi subito a lavorare a testa bassa in quel di Veronello, analizzando quello che non ha funzionato sabato, con una prestazione sottotono che ha confermato ancora una volta l’incapacità di questa squadra di fare il salto di qualità, indispensabile per non farsi sfuggire il treno della promozione.

GIAK SPENTO. Giaccherini spento, non è riuscito ad attivare le due punte Djordjevic e Meggiorini, imbavagliati dalla difesa avversaria. Un’occasione per tempo, troppo poco per pensare di impensierire un Livorno comunque ben ordinato e pronto a colpire con veloci ripartenze, come nell’occasione del goal decisivo di Ferrari. La strategia che ha condannato il Chievo è stata quella di insistere continuamente con inutili cross dalla trequarti, tutti preda dei due centrali difensivi ospiti, abili a sventare di testa ogni pallone che pioveva in area.

POCHE IDEE. Poche idee anche dalla panchina, dove l’unico che ha provato a dare un cambio di rotta è stato Vignato, subentrato ormai a giochi già fatti, che con la sua abilità nel saltare l’uomo ha creato un po’ di scompiglio nell’inutile assalto finale. Magari se fosse entrato in campo qualche minuto prima staremmo a parlare di un’altra partita. Poche cosa buone, poche cosa da salvare. Semper, il portiere, poi Segre, a metà campo. Poco salvare la panchina di Marcolini.

di Jacopo Segalotto