Esu, coperti i posti letto per gli idonei
Erano 489 studenti, risparmieranno più di 200 euro al mese rispetto ai prezzi dei privati
La laurea in Storia contemporanea conseguita all’Università di Padova con una tesi su “La società rurale del Basso veronese da fine ‘800 alla seconda guerra mondiale” indicava già quale sarebbe stato il futuro percorso di Claudio Valente. Classe 1955, residente a Roverchiara, imprenditore agricolo, sposato da 41 anni con Loreta Isolani (da 12 anni sindaco di Roverchiara), tre figli e cinque nipoti. Valente è stato presidente provinciale Coldiretti per due volte: prima negli anni ‘90, poi dal 2012 al 2018. Ha fatto parte della giunta della Camera di Commercio per 20 anni e per 13 del Cda della Fiera di Verona. Ha guidato il Consorzio agrario Lombardo Veneto prima e poi quello del Nord est. Per 6 anni è stato anche presidente dei Veronesi nel Mondo. Due le esperienze politiche: nella Dc dal 1988 al 1989, in Fratelli d’Italia dal 2020, candidato alle ultime elezioni regionali senza risultare eletto, nonostante le 4500 preferenze. Dal dicembre 2021 è presidente di Esu Verona, l’azienda regionale per il diritto allo studio universitario.
Presidente Valente, l’Università di Verona ha quasi 30 mila iscritti e corsi di laurea all’avanguardia, eppure l’offerta di alloggi per studenti è sottodimensionata.
“Certo, anche se negli ultimi due anni Esu è riuscito a soddisfare la richiesta di posti letto di tutti i 489 studenti che sono risultati idonei: le nostre 12 residenze tra Veronetta e Borgo Roma sono al completo. Per accedere ai nostri posti letto servono tre parametri: il merito, il basso reddito familiare e la residenza oltre gli 80 chilometri. Gli studenti fuori sede che non rientrano in questi parametri devono rivolgersi al libero mercato. E allora cominciano i problemi”.
Qual è la differenza di prezzo tra i posti letto Esu e quelli offerti dai privati?
“I nostri vanno dai 140 ai 190 euro al mese tutto compreso. Il libero mercato a Verona va dai 400 euro in su, oltre ai costi delle utenze. Anche a Verona dopo il Covid c’è stato un forte rialzo degli affitti. Inoltre si riscontra una carenza di alloggi per studenti, determinata dal gran numero di proprietari che scelgono di destinare gli appartamenti a B&B o che si orientano verso gli affitti brevi. Quindi per gli studenti fuori sede è molto difficile, oltre che molto caro, trovare una sistemazione”.
Lei ha dichiarato, in una precedente intervista, che il suo obiettivo a fine mandato è di aumentare del 60 per cento la disponibilità di posti letto.
“Abbiamo già un primo progetto per ricavare 130 posti letto dal recupero dell’ex convento delle suore di via don Mazza, che rientra fra quelli finanziabili dalla legge 338: siamo rimasti fuori per otto posti dalla prima tranche dei finanziamenti messi a disposizione dal ministero dell’Università e della Ricerca. Noi abbiamo pronto il progetto esecutivo, cantierabile in 18 mesi, e l’impegno di spesa di 3 milioni di euro. L’iter quindi è avviato. Ora aspettiamo di conoscere se ci sarà qualche rinuncia fra i soggetti che sono entrati nella prima tranche, che hanno 60 giorni di tempo per confermare la loro adesione. Abbiamo anche avviato contatti con il ministero, per chiedere un rifinanziamento del bando a favore dei progetti dichiarati finanziabili, come il nostro”.
Dal Pnrr non arriva nulla?
“Il ministero dell’Università ha avviato la procedura per l’assegnazione di fondi Pnrr a nuovi posti alloggio per studenti. Stiamo aspettando di conoscere i criteri necessari per partecipare al bando e l’entità del finanziamento. Il nostro progetto prevede la ristrutturazione della sede Esu di via dell’Artigliere 9, nella quale si potrebbero ricavare altri 50 posti letto. Se ci verranno assegnate queste ulteriori risorse, trasferiremo gli uffici in un altro edificio di nostra proprietà, trasformando in studentato la sede attuale”. (rl)
Alleati a tavola, Coldiretti e Università
Esu unisce la ristorazione degli studenti con la valorizzazione dei prodotti del territorio
La sinergia Esu-Università è buona?
“É ottima, siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Siamo consapevoli che dobbiamo agire per far sì che Verona diventi una città universitaria sempre più attrattiva. La nostra Università è fra le prime in Italia per la qualità dell’insegnamento e per l’offerta didattica. Noi dobbiamo fare del nostro meglio per mantenere lo stesso livello per quel che riguarda l’accoglienza residenziale e la ristorazione”.
A proposito di ristorazione: ha sfruttato il suo percorso in Coldiretti per aprire una nuova mensa universitaria nella galleria Filippini…
“Abbiamo creato altri 60 posti, che si aggiungono agli 800 delle mense di San Francesco, Ca’ Vignal in Borgo Roma e Santa Marta. Siamo stati i primi nel Veneto ad unire la valorizzazione dei prodotti del territorio con un servizio di ristorazione per gli studenti di buon livello”.
Quanto spende uno studente per mangiare in mensa?
“Più che mensa, preferiamo chiamarlo servizio di ristorazione, perché puntiamo a offrire un’ampia scelta, con cibi di qualità. Lo studente che mangia nei nostri punti ristorazione può scegliere fra tre primi, tre secondi, vari contorni, frutta, bibita. E i numeri ci danno ragione, perché stiamo tornando ai dati pre Covid: sforniamo circa mille pasti al giorno, più di 220 mila all’anno”.
Un pasto quanto costa?
“Per gli studenti che hanno la borsa di studio regionale non costa nulla: hanno diritto a un pasto al giorno gratuito. Per tutti gli altri costa da 2,70 a 5,70 euro, secondo le fasce di reddito della famiglia”.
I vostri punti ristoro sono aperti sempre?
“Mezzogiorno e sera, tutti i giorni dell’anno. Il nuovo punto ristoro di galleria Filippini è aperto solo al mezzogiorno, con possibilità di prendere l’asporto per la sera”.
In questo nuovo punto ristoro dei Filippini ha messo insieme Esu e Coldiretti. Ma in tutti i suoi incarichi lei ha dimostrato la capacità di far dialogare insieme enti diversi, da vecchio democristiano…
“Più che da democristiano, è una capacità che deriva dalla mia formazione tipicamente rurale. Non mi pongo mai al di sopra dei miei interlocutori. Il mio obiettivo è sempre quello di mettere a proprio agio i diversi soggetti che dialogano, per cercare insieme soluzioni pratiche. Partendo da alcuni principi basilari, che sono quelli della mia formazione cristiana. Sono sempre stato convinto che gli enti non devono viaggiare a compartimenti stagni. E anche per risolvere i problemi del diritto allo studio, è necessaria una buona sinergia fra Università, Regione, Esu”.
La sua iscrizione a Fratelli d’Italia aiuterà a realizzare gli obiettivi che si è prefissato?
“Mi sono iscritto a FdI consapevole di portare all’interno del movimento la mia posizione moderata. Cosa che la stessa Giorgia Meloni auspica, secondo il mio punto di vista, per fare del partito una forza conservatrice moderata, aliena da ogni estremismo. Credo che questo sia un aspetto fondamentale, soprattutto in un’ottica di governo del Paese”.
Rossella Lazzarini