AGSM, cercasi presidente. La cassaforte di Verona ancora senza custode Il sindaco ha prorogato al 5 ottobre i termini per presentare le candidature. Idem per il cda di Amt. La multiutility dell’energia, dalla quale Finocchiaro si è dimesso a inizio agosto sbattendo la porta, sta pagando lo stallo della fusione con Aim e il terzo socio

Da inizio agosto Agsm è sen­za presidente. Agsm, oltre che la storica azienda energetica dei veronesi, è la cassaforte della città. Da A­gsm passa un fiume di de­naro. Agsm è chiamata a prendere decisioni per i futuri ven­ti-trent’anni. Ep­pu­re Agsm è senza guida da quasi due mesi. Le di­mis­sioni di Daniele Finocchia­ro non hanno sorpreso nel­la sostanza quanto nella for­ma. Se n’è andato con un comunicato durissimo in cui ha accusato qualcuno di im­mobilismo, di non avere al­cuna visione strategica del­l’azienda e di conseguenza della città. A incidere è stato lo stallo nella fusione con la vicentina Aim e la querele che riguarda la milanese A2A. Sbattendo la porta, pur senza citarli, Finocchia­ro se l’è pre­sa coi rap­pre­sentanti del Cda in quota Le­ga e Verona Domani. Non ci si aspettava che Sbo­­arina nominasse subito il successore, ma neanche che i tempi fossero così lun­ghi.
È una vicenda che non appassiona i cittadini ma che dice molto del momento delicato che vive la politica veronese. Il fatto che oggi il sindaco abbia prorogato fi­no al 5 ottobre i termini per presentare la candidatura a presidente della municipa­lizzata, sia quelle per pren­dere le redini di Amt, con­ferma che gli equilibri a Pa­lazzo Barbieri sono molto fragili.
Forse non lo sono ma­i stati così tanto da inizio legislatura. Per la presi­den­za di Agsm gira il nome del­l’attuale capo di Acque Ve­ronesi Andrea Mantova­nelli, leghista vicino all’ex mi­nistro e segretario della Liga Veneta Lorenzo Fon­tana.
Il nome di Man­to­vanelli circola anche per la giunta regionale, ma a Ve­nezia lo danno per poco probabile. Si parla poi del de­putato Paolo Paterno­ster, e sarebbe un ritorno in lungadige Galtarossa: le voci al momento non tro­vano conferme, anche per­ché non ci sono avvi­saglie di una repentina ca­duta del governo. La prima riunione post-elezioni della mag­gior­anza cittadina si è oc­cupata per buona parte del­la fusione di Agsm: Vi­cenza ha approvato la delibera e ora spetterebbe a Ve­rona, che però vorrebbe un pre­si­dente e un cda in carica per cinque anni, e non tre come ha deciso Vicenza. Sboa­rina, prima di prendere una decisione sui nuovi vertici delle aziende (a Ve­rona­mercato sempre più proba­bile l’entrata dell’ex consi­gliere regionale An­drea Bassi), aspetterà pro­babi­lmente di risolvere la grana legata al rimpasto di giunta necessario dopo l’ad­dio di Polato e Rando. Non è da escludere che at­ten­da anche la composi­zio­ne della giunta regionale. Do­podiché, questa sembra la strada, anche Agsm avrà di nuovo un presidente.