Alì si arrende senza gloria, fine di un mito Aveva 39 anni, “sembrava l’omino Michelin”. E cominciava a mostrare la malattia

L’ultima volta dle più grande, ha un’etichetta triste. “Drama in Bahama (“Dramma alle Bahamas”) è il titolo affibbiato a un incontro di pugilato tra Muhamed Ali e Trevor Berbick, combattuto su dieci round l’11 dicembre 1981 a Nassau (capitale delle Bahamas). E’ l’ultimo incontro di Mohammed Alì, che mostrava i primi segni del male.

39 ANNI. Ali aveva 39 anni all’epoca, ed era ormai a fine carriera, mentre Berbick ne aveva 27. Prima del match, Ali dichiarò di essere stato ritenuto perfettamente idoneo al combattimento persino dai “migliori dottori bianchi”.[2] Nondimeno, Nassau nelle Bahamas, fu scelta come sede del match perché nessuno Stato americano avrebbe rilasciato la licenza da pugile a Muhammad Ali dopo la sua performance contro Larry Holmes.

DUE ORE DI RITARDO. Il promoter del match fu James Cornelius, un ex galeotto che aveva legami con la Nation of Islam.
Il peso di Ali prima del match era di 236 libbre (mentre il suo peso forma era 215 libbre). Un reporter arrivò a descriverlo una sorta di “omino Michelin”. Le vendite dei biglietti andarono a rilento, tanto che verso la fine, furono svenduti a prezzi stracciati. Alla fine, il pubblico fu di 7,500 persone circa. A causa della scarsità di biglietti venduti, Berbick pretese di essere pagato in anticipo. Anche per questo motivo, l’incontro iniziò con due ore di ritardo. Pessima l’organizzazione: c’erano due soli guantoni, una campanella improvvisata. Tutto meno che quello che Alì meritava per l’ultima uscita.

IL MATCH. Nei primi round Ali cercò di mettere a segno alcune combinazioni, ma queste risultarono inefficaci e Ali fu costretto alle corde. Nel quinto round, Ali mise a segno alcuni solidi jab e una buona combinazione destro-sinistro-destro su Be­rbick, ma giunto al sesto round era già stanco e iniziò a subire colpi. Nell’ultimo round, Ali era ormai completamente esausto. Il giornalista sportivo Hugh McIlvanney, che assistette al match, scrisse:
«Berbick è quel tipo di picchiatore da strapazzo, legnoso, lento, che Alì avrebbe prima messo in imbarazzo e poi demolito quando era giovane… Vedere Alì perdere contro un avversario così modesto in un contesto così sciatto, è come vedere un re in esilio permanente sul retro di un camion della spazzatura”.

LA FINE. Senza saperlo, Alì aveva chiuso un’epoca. “Tornerò campione del mondo” aveva detto prima del match”. Nessuno gli credeva. E tutti si accorsero che parlava più lento e (quasi) non si muoveva più. I primi segnali del morbo di Parkinson.