Fino al 18 giugno, il Polo Universitario di Santa Marta ospita una nuova edizione del Veronetta Contemporanea Festival, rassegna culturale che intreccia linguaggi artistici, riflessione sociale e cittadinanza attiva nel quartiere più vivace e multiculturale di Verona. Tra talk, poesia, musica, teatro e performance partecipate, il festival si conferma come un crocevia tra accademia, arte e territorio. La musica sarà protagonista anche giovedì 12 giugno con lo spettacolo “Milano, Velodromo Vigorelli, 1965”, un omaggio alla “beatlemania” italiana, previsto per le 21.15 nello spazio open air, a cura di Giampaolo Rizzetto. Con lui la navigata band Perfect Pair (D. Cremoni, ch.; Sbibu, batt.; F. Zampieri, v. e electronics; Suzi Dal Zen v.) e due voci recitanti (Massimo Totola e Mauro Dal Fior). Un’occasione per tornare a quel 24 giugno 1965 quando il quartetto di Liverpool mise in fibrillazione tutta italia. Fu quella la prima e unica tournèe dei Fab Four sul suolo italiano (23-28 giugno 1965). “Io ero presente – racconta il giornalista e grande esperto di musica Giampaolo Rizzetto – al primo concerto (pomeridiano) dei Fab Four al Vigorelli di Milano e quindi testimone oculare di quanto successe in quella imperdibile giornata e di come la calata dei Beatles fu vista e giudicata dalla stampa, dagli intellettuali, dal potere politico e dal pianeta giovani. Giovedì presenteremo il concerto milanese (protagonista la navigata band Perfect Pair) alternato con frammenti cronistici , commenti entusiastici o negativi .curiosità ed una lunga serie di slides dell’evento”. Ricordi quali furono i commenti sui concerti milanesi? “Per Gianni Minà i Beatles erano quattro personalità di prim’ordine, mentre per La Domenica del Corriere erano brutterelli, un po’ snob, ma allegri e il Corriere della Sera scrisse di follia senza più freni”. Altri commenti seguirono la conferenza stampa che si tenne la mattina del 24 all’Hotel Duomo, dove i Fab e le cinque persone del seguito erano alloggiati. Restano impresse alcune domande della stampa e delle risposte gelidamente “british” ed ironiche dei Beatles. Vi considerate ragazzi felici? “Molto felici”; Cosa vi aspettate dalla vita? “ La possibilità di dormire molto”; Se vi accorgeste di perdere i capelli? “Ricorreremo alle parrucche” ; Per quanto tempo pensate di stare sulla cresta dell’onda? “Finchè dura. Durerà parecchio”; Pensate che esista qualcuno più grande o più importante di voi? “La regina”; Conoscete le poesie di Evtushenko? “Chi è?”; Ammirate Shakespeare almeno ? “Certo, lui è inglese. Però lui non ha venduto tanti dischi..”; Cosa avreste fatto nella vita se non foste diventati i Beatles? “I Rolling Stones”; A Roma andrete a visitare il Papa? “No, perchè avremmo dovuto tagliarci i capelli. Ma avremmo desiderato farlo…”; In Inghilterra ci sono state proteste e polemiche per la vostra nomina a Cavalieri dell’Impero Britannico. Il vostro pensiero? “Siamo stati premiati per la nostra attività civile. Quelli che protestano sono gli insigniti per meriti militari…”. Ma come fu preso l’arrivo dei quattro inglesi? “La discesa dei Beatles nel nostro paese, ufficializzata nel gennaio del ’65 dopo una serie di continui annunci e smentite nel corso del’64 dall’impresario Leo Wachter, è un fulmine a ciel sereno. A parte quella netta minoranza di giovani e di adolescenti yè yè che respira giorno e notte il vento di Liverpool; a parte qualche artista di casa nostra , come Fausto Leali o qualche rivista come “Ciao Amici” che avvertono che il tempo sta cambiando e che è in atto una rivoluzione musicale e culturale, l’Italia è impreparata a comprendere l’evento”. Ti ricordi qualche chicca? Basta citare Pier Paolo Pasolini che diceva: non Non mi so spiegare il successo dei Beatles.Questi quattro giovanotti sono completamente privi di fascino, pur suonando una musica bellina…”.