Ammann, 64 posti di lavoro da salvare L’unità di crisi della Regione ha convocato un incontro per mercoledì prossimo

I lavoratori e le lavoratrici dello stabilimento di AMMANN di Bussolengo hanno scioperato nuovamente e si sono trovati in presidio sotto la sede di Confindustria Verona per protestare contro il comportamento della propria direzione aziendale che non ha ancora accettato di sedersi al tavolo con la Regione e la Fiom in un incontro convocato dall’Unità di crisi per l’11 giugno, dopo più di un mese dall’inizio della vertenza. I lavoratori e le lavoratrici chiedono il ritiro della procedura di licenziamento per i 64 dipendenti di produzione e magazzino e che venga fermata la delocalizzazione in Turchia. Con la loro protesta segnalano, inoltre, la poca collaborazione dell’associazione datoriale, che sembra essere favorevole alle decisioni della multinazionale svizzera che, nei fatti, andrebbero a depauperare il tessuto produttivo veronese, lasciando, inoltre, 64 famiglie senza sostentamento alcuno. “Siamo qui con i lavoratori e le lavoratrici della Ammann in sciopero con un presidio sotto la Confindustria di Verona per gridare a gran voce la nostra richiesta di ritiro della procedura di licenziamento collettivo. Siamo chiedendo a Confindustria anche di prendersi la responsabilità di intervenire per provare ad aiutarci a trovare soluzioni alternative confrontandoci insieme alla Regione Veneto. Noi comunque non ci fermeremo, continueremo con lo stato di agitazione finché non verranno bloccati i licenziamenti e, contestualmente, come Fiom Cgil di Verona stiamo decidendo di andare in tribunale per condotta anti sindacale verso l’azienda per il mancato rispetto all’articolo 9 del contratto nazionale. Metteremo in campo ogni possibile azione per cercare di salvare i posti di lavoro, ma, dal loro canto, la politica, la Confindustria veronese e la multinazionale svizzera devono prendersi la responsabilità delle conseguenze create dalle loro scelte e dalle consequenziali posizioni prese” ha dichiarato Martino Braccioforte durante il presidio odierno. La AMMANN, lo ricordiamo, è una multinazionale svizzera, leader a livello mondiale per gli impianti di asfalto, le macchine e i servizi per l’industria delle costruzioni, con specifica competenza settoriale nelle costruzioni stradali e nell’infrastruttura dei trasporti. Nello stabilimento della Ammann Italy di Bussolengo, nello specifico, aperto in provincia di Verona da 60 anni come SIM e acquisito dalla multinazionale svizzera nel 2011, si producono macchinari per l’asfalto, finitrici e compattatori. Ad aprile, senza alcun preavviso né motivazioni legate a problemi economici, l’azienda ha comunicato l’intenzione di delocalizzare l’intero reparto produttivo del sito di Bussolengo, che attualmente si occupa unicamente del montaggio del prodotto, presso lo stabilimento turco dell’azienda, comprendendo anche i vari reparti collegati alla produzione, tra i quali il magazzino. L’azienda ha aperto la procedura per 64 esuberi su 157 lavoratori, legati appunto alla produzione e al magazzino, reparti che hanno deciso di chiudere definitivamente in Italia a favore della Turchia, nonostante 60 anni di permanenza continuativa nel territorio veronese, senza alcun rispetto, come sempre accade, per il tessuto sociale che pagherà le conseguenze di questa delocalizzazione.