Mentre si discute sul nuovo stadio Bentegodi, a proposito di opere per lo sport, ecco che arrivano a ridosso della data di febbraio le opere per le Olimpiadi invernali Milano Cortina, con cantieri che si accavallano in città. Ma anche in questo caso, come per il Bentegodi, è importante separare le chiacchiere dalla realtà. Perché non tutte le opere previste in città per il via ai Giochi olimpici saranno pronte per le cerimonie in calendario. In Arena sono previste infatti la cerimonia di chiusura dei Giochi il 22 febbraio e la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi, il 6 marzo. Che cosa resterà? Al momento, la società Simico che ha in carico la responsabilità di realizzare le opere per i Giochi invernali Milano-Cortina, afferma chiaramente per bocca del suo amministratore delegato Saldini che a Verona saranno pronti soltanto tre dei cinque percorsi a zero barriere architettoniche. Il percorso principale che sarà pronto sarà per fortuna quello dalla stazione di Porta Nuova a piazza Bra e l’Arena. Da qui a gennaio saranno interessati i percorsi che passano da corso Porta Nuova, piazza Brà, via Montanari, piazza Cittadella, vicolo Ghiaia, per collegare i parcheggi all’Arena e persone con disabilità e dovranno essere privi di barriere architettoniche per consentire il passaggio dei portatori di disabilità. Ma gli altri percorsi che dovranno collegare senza barriere architettoniche piazza Pradaval, via Valverde e via Città di Nimes alla Bra e all’Arena saranno predisposti dopo le cerimonie olimpiche. «Coordinando più ambiti progettuali, Simico – ha detto l’AD Fabio Massimo Saldini – è intervenuta progettualmente sulla viabilità carraia, pedonale e ciclabile, riorganizzando anche il sistema della sosta e migliorando l’accesso al trasporto pubblico. Particolare attenzione è stata riservata alla sicurezza dei percorsi pedonali, alla fruibilità per le alla continuità ed efficacia degli itinerari ciclabili. Sono stati inoltre rispettati i sedimi dei plateatici concessi, preservati gli accessi carrai esistenti e salvaguardate le alberature presenti da decenni. L’opera rappresenta un passo avanti verso una città più accessibile, sostenibile e a misura di tutti i cittadini». E Saldini precisa che «le opere, già in gara d’appalto e assegnate ad una azienda specializzata, si compongono anche di una fase che sarà realizzata successivamente alle manifestazioni olimpiche». E così pure l’accessibilità dell’Arena per queste due cerimonie avrà tempistiche e modalità diverse. Per esempio, il tanto chiacchierato progetto per realizzare l’ascensore in Arena non sarà pronto per le Paralimpiadi. Ci saranno invece le passerelle. E l’ascensore? Se si farà, con tutti i problemi di rispetto del monumento e di reperti archeologici ritrovati sotto l’arcovolo 65 (una fornace per il vetro), sarà un lascito postumo delle Olimpiadi invernali. Intanto procede la produzione delle passerelle, in officina. La loro posa, come da cronoprogramma previsto, avverrà tra i mesi di novembre e dicembre, in concomitanza con la chiusura degli eventi lirici e degli spettacoli dell’Arena, spiega la società Simico.
Un sistema di rampe per paralimpici. Del resto un ascensore per disabili non basterebbe certo a servire migliaia di atleti
«La passerella, larga 300 cm, è progettata per garantire il passaggio di due sedie a rotelle e la rotazione su sé stessa della sedia a rotelle – spiega la società-. Nonostante i vincoli imposti dalle condizioni al contorno, la pendenza delle rampe sarà mantenuta tra il 4% e l’8%. Sia la rampa esterna che la passerella interna saranno dotate di parapetti con corrimano laterale e realizzate con elementi modulari in carpenteria metallica». Del resto, un ascensore per disabili anche se pronto e funzionante non basterebbe certo per servire tutte le migliaia di atleti, accompagnatori e familiari in arrivo in Arena per la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi. «L’intervento prevede l’installazione di un sistema di rampe volto a superare il dislivello tra la quota del vallo e la quota di Via Dietro Anfiteatro. – ha spiegato l’AD di Simico, Fabio Saldini – Le dimensioni e lo sviluppo della rampa sono vincolate da condizioni che non possono essere modificate per via delle peculiarità del monumento, ma questo non ha di certo fermato la progettazione e l’intenzione di seguire i principi ispiratori del «design for all» garantendo, a tutti, la visitabilità dell’Arena. Grazie ai Giochi, al coordinamento con il Ministero delle Infrastrutture e la supervisione del Ministero per le disabilità, il monumento diventerà un fiore all’occhiello della reale e concreta accessibilità universale non lasciando fuori nessuno nel pieno spirito olimpico». E infatti anche Andrea Varnier, Ceo della Fondazione Milano Cortina 2026, ha spiegato che «Non serve l’ascensore perché avremo un forte afflusso di atleti disabili per cui sono necessarie le rampe per l’accessibilità in Arena che sarà un lascito per il futuro che garantirà la piena accessibilità di un monumento del primo secolo».



