I dati resi noti dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering delineano una situazione drammatica in Veneto: nel primo quadrimestre del 2025 le vittime sul lavoro sono aumentate del 69%, passando da 16 a 27 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un’escalation preoccupante che colloca la nostra regione nella cosiddetta “zona arancione” per incidenza di mortalità, ovvero tra il valore medio nazionale e il 125% di tale media. Ancora più gravi i numeri registrati nelle province di Venezia, Vicenza e Padova, già in zona rossa, con tassi di mortalità superiori alla soglia più critica. Non sono esenti dal problema Verona, Vicenza e Treviso. “UGL Veneto – dichiara Luciano Conforti, segretario regionale UGL – esprime sconcerto per la mancanza di un’adeguata risposta istituzionale e rilancia la richiesta, già avanzata nei mesi scorsi, di affrontare l’emergenza con provvedimenti strutturali e concreti. Proponiamo un tavolo permanente sulla sicurezza con Prefettura, Regione, Spisal e INAIL ed assieme alle parti sociali.” “Questi numeri rappresentano una vera e propria emergenza sociale e morale, dalla Regione attendiamo maggiori risposte. Proponiamo – dichiara Fabio Beltempo, segretario provinciale UGL UTL di Padova – misure e intensificazioni quali il potenziamento dei controlli nei cantieri e nei comparti industriali a rischio, la formazione obbligatoria aggiornata per tutti i livelli professionali, maggiori finanziamenti regionali vincolati alla sicurezza aziendale e incremento di incentivi per le imprese virtuose.” Ogni rinvio istituzionale corrisponde a una maggiore esposizione al rischio per migliaia di lavoratori. Non possiamo permettere che il Veneto, una delle regioni economicamente più avanzate d’Italia, – concordano Conforti e Beltempo – continui a essere anche tra quelle con il più alto numero di morti bianche. Ogni vita spezzata sul lavoro è una sconfitta per lo Stato, per la politica e per tutti noi. Non è il momento dei rinvii: è il momento delle scelte coraggiose.