Ma perché in questa città quando prendiamo l’auto siamo sempre in coda? Perché i nostri semafori rossi sembrano i più lunghi d’Italia? Perché i veronesi sono così innamorati dell’auto al punto da perdere 62 ore l’anno nel traffico?
Ai nostri figli e nipoti che ci chiedono come siamo arrivati a questo punto si può rispondere in modo sintetico e sbrigativo: abbiamo vissuto di promesse, proclami, slogan di una classe politica e dirigente che non ha risolto nulla o quasi. Non ci resta che sperare nelle nuove generazioni.
Gli aneddoti si sprecano. Quando negli anni Novanta si cercava casa a Veronetta, per esempio, gli agenti mmobiliari ti garantivano che via XX Settembre sarebbe stato un grande affare perché di lì a poco la via sarebbe diventata pedonale e il traffico portato tutto su via Torbido, bus compresi. Via XX Settembre senz’auto: una balla.
Erano gli anni Novanta e le idee almeno non mancavano anche perché ci si rivolgeva a grandi esperti esterni. Che per esempio avevano proposto di eliminare lungo la circonvallazione tutti i semafori per sostituirli con grandi rotonde.
Invece i tappi semaforici sono rimasti tutti. Per esempio, all’incrocio del Campone si intasava con la sua Giulia Super 1600 mio padre, oggi mi trovo bloccato in auto anch’io, si imbottigliano pure i miei figli e così sarà per i nostri nipoti (sempre che non siano scappati all’estero).
Abbiamo il privilegio di avere gli intasamenti generazionali: si tramandano.
Così pure era stato proposto e previsto di eliminare l’incrocio semaforico davanti al Cimitero e ponte Aleardi. Ora che è stato rimosso l’antico distributore di benzina gli spazi sarebbero più che sufficienti per realizzare una grande rotonda ed eliminare uno dei punti neri della circolazione stradale urbana. Se ne parlava 30 anni fa, è rimasta una balla di sapone. E neppure il nodo di Porta Vescovo è stato mai affrontato. E così Verona finisce nelle prime posizioni delle classifiche che segnalano le città più intasate. Ogni anno, è stato calcolato, perdiamo a Verona 62 ore nel traffico, dato del 2022 che ci proietta tra le prime 10 del Paese. Intasati, in colonna, in auto, nello smog: i veronesi vivono così da decenni. Così come da decenni si discute se fare o no il Traforo delle Torricelle, assicurato e garantito dal 1980 in poi. Ma di questo scriveremo ancora.
Quello che molti si sono dimenticati è che per mesi, tra il 1990 e il 1991 si è anche dato credito al progetto di una strada subathesina, cioè sotto l’Adige per risolvere i problemi di traffico, con svincoli nei quartieri. Per fortuna, una balla di sapone.
Maurizio Battista