Basta violenza contro le donne. Uno schifo che va fermato!

Basta! Altri due femminicidi. Al­tri due crimini vigliacchi e violenti commessi in poche ore. A Ca­tanzaro il cadavere di una donna di 51 anni uccisa a coltellate è stato trovato nascosto tra gli scogli. A Cadoneghe (Pa­­do­va) un uomo ha ucciso sua mo­glie con una coltellata al petto. Oggi si celebra la giornata contro la violenza sulle donne. I numeri fanno spavento. Nei primi dieci mesi dell’anno le donne vittime di omicidio sono state 91, una ogni 3 giorni. L’89% del­le violenze, stando ai dati Eu­rispes, av­viene nel contesto domestico. Uno schifo.

Un anno di codice rosso: parla il capo della polizia, Gabrielli. Violenza di genere? Crimine odioso

Parte la campagna “Questo non è amore”. L’app Youpol. Reati spia e femminicidio

“La violenza di genere è un crimine odioso che trova il proprio humus nella discriminazione, nella negazione della ragione e del rispetto. Una problematica di civiltà che, prima ancora di un’azione di polizia, richiede una crescita culturale. E’ una tematica complessa che rimanda ad un impegno corale. Gli esperti parlano di approccio olistico, capace di coinvolgere tutti gli attori sociali, dalle Istituzioni, alla scuola, alla famiglia”. Con queste parole del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, si apre la pubblicazione realizzata dalla Direzione centrale della polizia criminale in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre. L’obiettivo è quella di fornire un’analisi specifica dei dati disponibili provenienti da tutte le forze di polizia perché “ogni strategia complessa, che risente peraltro di retaggi culturali completamente superati, di stereotipi e pregiudizi, deve fondarsi su di un’approfondita conoscenza delle problematiche, basata su di un solido patrimonio informativo”, sottolinea Vittorio Rizzi, alla guida della Direzione centrale della polizia criminale che ha preparato la pubblicazione.
I dati sono anzitutto quelli relativi ad un primo bilancio ad un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 9 agosto 2019, del cosiddetto “Codice Rosso”, legge 19 luglio 2019, n.69, che ha introdotto nuovi reati e ha perfezionato i meccanismi di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.
Dei quattro delitti di nuova introduzione, quello che ha fatto registrare più trasgressioni (1.741 dal 9 agosto 2019 all’8 agosto 2020), spesso sfociate in condotte violente nei confronti delle vittime, è la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare (art. 282-bis cpp) o del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (282-ter cpp) o la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare (ar. 384-bis cpp). Le regioni dove si sono registrate più violazioni sono la Sicilia, il Lazio ed il Piemonte. 11 reati in un anno relativi al delitto di costrizione o induzione al matrimonio (art. 558-bis cp), altra figura introdotta dalla legge 69/2019 e volta a contrastare il fenomeno dei cosiddetti matrimoni forzati e delle spose bambine: il 36% delle vittime è risultato minorenne. La pubblicazione prosegue con un’analisi dei cosiddetti reati spia, vale a dire di tutti quei delitti che sono indicatori di violenza di genere (come lo stalking, i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali). Nel periodo gennaio-settembre di quest’anno, confrontato con lo stesso periodo del 2019, si registrano numeri inferiori rispetto a quelli dello scorso anno, che risentono evidentemente anche della difficoltà di denunciare del periodo del lockdown, dove tutte e tre le fattispecie fanno registrare un calo. La fascia d’età più colpita è quella che va da 31 a 44 anni, le vittime sono italiane nell’80% dei casi (81% nel 2019), mentre, tra le vittime straniere, predominano quelle di nazionalità romena, anche in relazione alla maggior presenza sul territorio nazionale. Anche gli autori di tali reati hanno un’età compresa tra 31 e 44 anni (39%), in prevalenza sono italiani (74%) e solo il 2% sono minorenni (1% nel 2019).

“La Cura” è una mostra fotografica

Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne il cui scopo promuovere iniziative volte ad informare e sensibilizzare la cittadinanza sul drammatico fenomeno della violenza sulle donne. In questo contesto, l’azienda ULSS 9 Scaligera, da sempre impegnata sul fronte del coordinare gli interventi di accoglienza e assistenza, sociale e sanitaria (attraverso i pronto soccorso degli ospedali, i consultori familiari, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta), delle donne vittime di violenza monitorandone poi gli esiti, partecipa, insieme ad altri soggetti istituzionali e non, ai tavoli di lavoro che si occupano del tema anche attraverso l’organizzazione e la partecipazione dei propri operatori a specifici eventi formativi finalizzati ad aumentare la sensibilità e le conoscenze sull’argomento di tutti gli operatori socio-sanitari, al fine di fornire adeguate informazioni per poter “riconoscere” la violenza.
Quest’anno l’azienda ULSS 9 Scaligera – nello specifico l’U.O.C. Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori – interviene nell’attività di informazione e sensibilizzazione della popolazione promossa dal Comune di Verona sul tema del contrasto alla violenza sulla donna attraverso una mostra di 14 installazioni per lo più fotografiche (100×140) proposte dal fotografo Tiziano Zatachetto in arte Zatac. Il suo lavoro, intitolato “La Cura”, vuole essere un invito urgente a pensare che può bastare un gesto per cambiare una situazione e fare sì che la “cura” sia possibile.
La mostra, pensata come itinerante nei luoghi significativi del territorio dell’Azienda ULSS 9 Scaligera, sarà invece disponibile on-line, anche come possibile strumento di sensibilizzazione all’interno delle scuole. Può essere una grande opportunità affrontare in questo modo la tematica della violenza di genere, proprio in un momento di restrizioni legate all’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19. Pur essendo un periodo di emergenza, l’ Ulss 9 rimane anche in questo modo presente nell’area della prevenzione e della promozione delle difficoltà relazionali e familiari. mettendola a disposizione della cittadinanza e come possibile strumento di sensibilizzazione all’interno delle scuole.