Bauli dà la scossa: “Ecco cosa serve!” “Abbiamo bisogno di una politica molto forte che non pensi soltanto alle urne”

“Le ultime settimane sono state sconvolgenti – ha esordito Michele Bauli – Faccio davvero molta fatica a ricordarmi cosa stessimo vivendo prima di marzo. Certo il nostro paese non veniva da una situazione rosea con previsioni di crescita fiacca”.
Così Michele Bauli, iniziando l’assemblea privata di Confindustria Verona, tenutasi oggi.
A coordinare i lavori Michele Bauli affiancato da Matteo Albrigi, Presidente del comitato provinciale Piccola Industria e Marco Dalla Bernardina, Presidente del Gruppo Giovani imprenditori veronesi.

E’ crisi, dunque: dai numeri si legge che questa emergenza lascia il nostro paese con 7 milioni di cassa integrati, quasi la metà dell’occupazione privata. Secondo la Banca d’Italia il PIL potrebbe avere un calo dal 9 al 13% nel 2020 portando il rapporto con il debito pubblico al 156%.
Il nostro paese può contare però su basi solide: la ricchezza netta delle famiglie è 8,1 volte il reddito disponibile contro la media europea di 7,3. Le imprese hanno un debito inferiore alla media europea (68% del Pil, contro il 108 o il 150% in Francia e nei Paesi Bassi).

Prima dell’emergenza Verona aveva segnato il 26mo trimestre di crescita consecutivo e aveva chiuso il 2019 con una disoccupazione che era passata dal 7 al 4,6% che la posiziona nella top ten delle provincie italiane per occupazione.
“Certamente lasceremo sul campo un po’ di questo recupero- ha spiegato Bauli – ma il punto di partenza ci dà qualche vantaggio”
A marzo infatti la produzione veronese aveva segnato un -3,4% mentre le previsioni per giugno arrivano a toccare il -20%, ma ci sono diversi fattori di vantaggio strutturale che possono supportare il territorio: la vicinanza con la Germania, le infrastrutture, le aziende solide che contribuiscono a un quinto del valore aggiunto veneto.
“Certo che tutto questo non basta – ha proseguito Bauli – servono riforme e strategia, prima a livello nazionale e a cascata su tutto il territorio. Occorre investire sul capitale umano, sulle infrastrutture materiali e immateriali, sulla ricerca, sull’innovazione. E ancora sulla sostenibilità che ci può garantire uno sviluppo armonico, la sburocratizzazione, infine è giunto il momento di un nuovo patto fiscale. Abbiamo bisogno di una politica competente e tanto forte da non dover pensare solo alle urne. È evidente che non abbiamo né l’uno né l’altra.

Nell’emergenza il governo ha messo a disposizione 180 miliardi che, per effetto moltiplicativo, possono attivare 500 miliardi. In bilico tra accontentare una platea estesa e intervenire chirurgicamente è stata scelta la prima opzione. Politicamente più spendibile e forse anche indispensabile in quel momento ma, adesso, pericolosissima”, ha concluso Bauli.

Dopo l’intervento del Presidente Bauli, Matteo Albrigi, presidente del comitato provinciale Piccola industria di Confindustria Verona e Marco Dalla Bernardina, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Verona hanno fatto il punto delle attività dei loro gruppi.

In chiusura l’intervento di Francesco Saraceno, Direttore aggiunto OFCE-Sciences Po Parigi e Docente di economia europea alla LUISS Guido Carli, “I diversi approcci all’emergenza sotto il profilo economico a livello europeo” che ha dato un quadro di come gli altri paesi europei hanno affrontato l’emergenza Covid-19 con punti di forza e debolezza.