Bedoni nel mirino dei piccoli azionisti Corazzi: “Ci siamo limitati a leccarci le ferite derivate da notevoli perdite economiche”

Il ritrovato attivismo del presidente di Fondazione Cattolica, Paolo Bedoni, già presidente di Cattolica Assicurazioni e di recente in visita a Papa Leone XIV in Vaticano non piace ai piccoli azionisti della compagnia che vedono in Bedoni la causa di tutti i mali che hanno portato Cattolica a confluire in Generali. Bedoni, lo ricordiamo, era stato pesantemente sanzionato da Ivass insieme con altri consiglieri del cda, sanzioni che il Consiglio di Stato ha azzerato affinché siano ricalcolate in quanto le accuse formulate si sono alleggerite. E così Aristide Corazzi, presidente del patto di sindacato azionisti Cattolica, ha preso carta e penna e diffuso un comunicato nel quale si stigmatizza ancora una volta l’operato del presidente lamentando “il danno ingente patrimoniale e la beffa di essersi visti sottratti una grande istituzione territoriale”. Corazzi aggiunge che “ci siamo limitati a leccarci le ferite derivate dalle notevoli perdite economiche conseguite, al pari di tutti gli altri asset economici del paese (come non ricordare Banca del Veneto, Banca Popolare di Vicenza anziché Banca Marche o cassa di risparmio di Rimini) e ora dobbiamo amaramente constatare come a fronte di coraggiosi politici del centrodestra quali il sen. Gelmetti e l’onorevole Paola Boscaini, che hanno riportato alla ribalta la triste tematica in attesa che il ministro Giorgetti risponda alle interrogazioni rivolte, la sinistra e per essa la segretaria politica del Partito Democratico, ancora una volta si rifugiano nella politica dello struzzo, nascondendo la testa nella sabbia, nel mentre il sindaco Tommasi ne è stato altrettanto negativamente compartecipe”. E conclude: “Bedoni oggi si erge a catone censore e indica la via per combattere le diseguaglianze e la povertà, sempre quella degli altri naturalmente”. MB