Bentegodi e la nuova sede promessa. Prima di dimettersi il presidente della Fondazione Pasetto aveva dato alcuni suggerimenti

A due mesi esatti dall’inizio delle Olimpiadi invernali che vedranno anche Verona protagonista dell’evento sportivo, la Fondazione Bentegodi, gloriosa emanazione comunale che ha forgiato centinaia di atleti in tantissime discipline, dall’atletica alla pesistica fino alla scherma, potrebbe aprirsi a una nuova disciplina: dai Giochi olimpici ai Giochi di parole. E’ la specialità messa in campo con grande maestria nelle ultime settimane dal Comune, laddove a Palazzo Barbieri sulla poltrona più importante, quella del sindaco, siede per ironia della sorte proprio un celebre sportivo, il calciatore Damiano Tommasi eletto dal centrosinistra e con grande sostegno del movimento civico Traguardi, tanto per restare in clima sportivo, anche se di sportivo, per stessa ammissione di alcuni consiglieri, hanno ben poco perché professori soprattutto di chiacchiere. La situazione è esplosa l’altro giorno dopo che il presidente della Fondazione Bentegodi, Giorgio Pasetto di Più Europa, dal sindaco nominato al vertice dell’istituzione comunale, ha rassegnato le dimissioni dopo mesi di appelli inascoltati: la Bentegodi ha necessità urgente, da anni, di una sede dignitosa ma tutte le richieste sono cadute nel vuoto. Fino all’imbarazzante situazione per cui neppure per la Giornata mondiale della disabilità il Comune ha mosso un dito per gli sportivi con disabilità. E anche qui la sorte è davvero ironica: a Verona si terrà la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi il 6 marzo. La goccia che fatto traboccare il vaso è stata quando mercoledì scorso 10 dicembre si è svolta la commissione di controllo presieduta da Massimo Mariotti di Fratelli d’Italia che sul caso della Bentegodi ha giustamente richiamato l’attenzione dei consiglieri comunali perché «come abbiamo avuto modo di verificare anche con un sopralluogo urge trovare una soluzione per i noti problemi del palazzo dove ha sede l’istituzione: ci siamo resi conto che li dentro la Bentegodi non ci può stare. E sono state fatte numerose richieste per trovare una nuova sede, il tempo passa e non c’è stato alcun atto formale. Serve un messaggio forte e trasversale per la Bentegodi con un cronoprogramma per arrivare a una soluzione alternativa e definitiva». La sede storica di via Trainotti va messa in soffitta. Dopo questa premessa il presidente Giorgio Pasetto ha ricostruito gli ultimi passaggi e gli appelli al Comune: «La struttura della sede è obsoleta, insufficiente, inadeguata e piena di barriere architettoniche e in alcuni casi anche potenzialmente pericolosa. In una situazione simile, pensare che la Bentegodi vada verso un futuro è impossibile». Pasetto quindi dal suo ruolo di presidente ha cercato di suggerire alcune possibili soluzioni e proposte, ma secondo qualche consigliere di maggioranza il suo è stato un ardire eccessivo che non si doveva permettere, una invasione di campo rispetto ai poteri decisori di chi governa (ma lo vedremo più avanti). Ecco i suggerimenti di Pasetto per uscire da una situazione insostenibile: «Quindi chiediamo con forza una soluzione. Secondo noi quella più funzionale, sostenibile e rapida consiste nella permuta immobiliare». Cioè? «In sintesi, cambio di destinazione d’uso dell’immobile di via Trainotti, vendita con bando pubblico della sede, utilizzo del valore per finanziare la costruzione di una nuova sede su un’area già di proprietà del Comune che noi avremmo individuato come possibile vicino a Corte Molon. Dal nostro punto di vista per contesto sportivo e accessibilità sarebbe l’area preferibile».

Le triplici perplessità di Trincanato. Il presidente della commissione urbanistica ha smontato le proposte di Pasetto

Come procedere? «Si potrebbe procedere con una mozione in Consiglio comunale per cui la permuta potrebbe essere così riconosciuta tra le linee strategiche del Comune e quindi inserita tra le priorità operative e seguita da impegni concreti: data certa per la presentazione del progetto esecutivo della nuova sede, un cronoprogramma pubblico e verificabile e una chiara assunzione di responsabilità politica trasversale senza ulteriori rinvii. Solo così si potrà preservare e rilanciare la Fondazione Bentegodi». Consigli eccessivi quelli di Pasetto che vuole difendere un bene pubblico? Lesa maestà nei confronti di chi tiene le leve a Palazzo? Fatto sta che dopo Pasetto prende la parola il professore Giovanni Pietro Trincanato, presidente della commissione urbanistica che smonta, pezzo per pezzo le proposte di Pasetto ribadendo con un fiume di argomentazioni tecniche la sua «triplice perplessità» su questo percorso per la Bentegodi. Ecco la trascrizione dell’intervento. «Confermo che l’attenzione alla Bentegodi e al fatto che la sede non è adeguata, nonostante la mia scarsa sensibilità nei confronti dello sport, è pienamente riconosciuta». Premesso questo cominciano i distinguo, i ma e i però. «E’ irrituale che una emanazione comunale abbia l’ardire di indicare al Comune stesso il modus operandi». Eccolo qui il primo punto dolente. E poi il resto. «Per realismo, il tema della Bentegodi è all’attenzione da più amministrazioni, anche prima del 2020. L’iter avviato dall’allora amministrazione Sboarina si è fermato, un supplemento di approfondimento va effettuato. Personalmente, con franchezza, io Pietro Trincanato sono fortemente scettico sulla formula della permuta immobiliare; sono doppiamente scettico sull’ipotesi del cambio di destinazione d’uso per ragioni tecniche, è impercorribile perché non è un iter urbanistico già avviato; sono triplamente perplesso sull’ipotesi di una destinazione a Corte Molon che imporrebbe una nuova, ulteriore variante urbanistica all’interno del parco dell’Adige, con una violenza edificatoria inaccettabile, tenendo presente il piano preliminare del Pat. Dunque, se si tratta di mantenere l’attenzione sulle strade da seguire per dare una sede adeguata alla Bentegodi anche con soluzioni temporanee e lavorando per una sostituzione alternativa coerente con i vincoli di bilancio e urbanistici, ragionando con un progetto esecutivo che non c’è ancora, va bene, ma partire in lancia in resta con un cambio di destinazione d’uso e nuova edificazione nel Parco dell’Adige sono operazioni inopportune, ed è doppiamente inopportuno che vengano sollecitate dagli amministratori della Fondazione». Una bocciatura senza appello dunque quella del presidente della commissione urbanistica che soprattutto ritiene inaccettabile che qualcuno faccia proposte al di fuori di Palazzo Barbieri. Tanto che le parole pronunciate dall’esponente di Traguardi provocano la immeditata decisione di Pasetto, durante la commissione, di rassegnare le dimissioni irrevocabili: «Mi sento preso in giro dalle parole di Trincanato, dopo tre anni di lavoro gratuito per la Bentegodi. Non lo posso accettare».

E’ partita l’arrampicata sugli specchi. La capogruppo di Traguardi Beatrice Verzè corre ai ripari: ”E’ un orgoglio per la città”

E così il giorno dopo arrivano le dimissioni, fragorose, di Pasetto dalla presidenza della Fondazione Bentegodi: «Ho cercato di tutelare la Bentegodi patrimonio sportivo e sociale della città sollevando un problema reale: necessità di spazi adeguati tempi certi e continuità operativa. Le mie parole sono state interpretate in chiave politica ma non erano un attacco. Erano il tentativo di portare all’attenzione una esigenza concreta». Le reazioni di Trincanato hanno però fatto capire che l’iniziativa di Pasetto era stata colta come un attacco al potere. Pasetto quindi conclude: «Il tema non è ideologico, ma è una questione pratica che la città deve affrontare». Ma come e quando, non si sa perché il problema per qualcuno è l’attacco di lesa maestà, un attacco politico, non la richiesta urgente di salvare un patrimonio cittadino. E così il giorno dopo le dimissioni di Pasetto che scatenano le reazioni del centrodestra contro l’amministrazione Tommasi, sorda a queste esigenze degli sportivi, il movimento politico di cui fa parte Trincanato, cioè Traguardi, diffonde una nota politica nella quale si cerca di mettere una pezza alla stroncatura avvenuta in commissione e comunica che il vicepresidente della Bentegodi, Todeschini, che pure lui come Pasetto aveva chiesto un cronoprogramma per la nuova sede della Fondazione, non si dimette. «La sua scelta di continuare nasce dalla consapevolezza dell’impegno del sindaco e dell’amministrazione di dotare la Fondazione Bentegodi di spazi adeguati, sicuri, accessibili e moderni». Ma la capogruppo Beatrice Verzé corre ai ripari assicurando che «per Traguardi dotare la Fondazione Bentegodi di una nuova sede adeguata è una priorità. Ne siamo convinti sin dall’inizio del mandato, sapendo che la città discute di questo tema da almeno vent’anni. E’ difficile che possa comparire dall’oggi al domani con un colpo di bacchetta magica, allo stesso tempo se continua il lavoro congiunto di Comune e Fondazione, allora la Bentegodi potrà avere una sede capace di accogliere atleti e atlete che sono un orgoglio per la città». Peccato che in commissione Trincanato, che di Traguardi fa parte, abbia parlato in modo ben diverso. Infatti come e quando questo possa avvenire, alla luce di quanto affermato da Trincanato in commissione, non viene spiegato. Trincanato oggi torna sul tema e spiega: «La sede nuova della Bentegodi per me è priorità come altri interventi, non ho mai negato questo, in commissione ho solo smontato le proposte di Pasetto, perché non è il suo compito fare proposte che sono di competenza di Consiglio e Giunta. Proposte che tra l’altro non stanno in piedi dal punto di vista amministrativo e politico». Fiumi, o Giochi, di parole per mettere una pezza al pasticcio che si è creato. E a questo punto ai Giochi olimpici invernali Verona, città guidata da uno sportivo come Tommasi, potrà dunque inserire anche un’altra specialità: l’arrampicata sugli specchi.