Bovolone. Medico aggredito nel suo ambulatorio Ha cercato rifugio in un’abitazione, ma è stato inseguito, raggiunto e malmenato

E’ forte l’indignazione della Federazione dei Medici di Medicina Generale di Verona di fronte all’aggressione subita da un medico di famiglia a Bovolone. E ora dicono basta. Il medico di famiglia, il dottor Berhane Tesfai, 69 anni è stato infatti aggredito e picchiato da un paziente e dalla moglie e addirittura rincorso in un’abitazione dove aveva cercato riparo. Tutto è accaduto nell’ambulatorio dove erano entrati un paziente e sua moglie. L’uomo dopo un’animata discussione sarebbe immediatamente passato all’aggressione fisica. Il medico ha cercato di mettersi in salvo entrando nella casa di un vicino, ma i due aggressori lo avevano ripreso e buttato a terra. Il medico è stato poi soccorso dai colleghi del 118. «Rimaniamo profondamente addolorati e indignati per l’aggressione subita dal dottor Berhane Tesfai, medico di famiglia a Bovolone. La medicina di famiglia è ascolto, comprensione e cura, lavoriamo instancabilmente nell’interesse pieno dei nostri pazienti ma per offese, minacce, insulti, intimidazioni e aggressioni fisiche non c’è posto nei nostri ambulatori!». È forte l’indignazione della Fimmg Verona, la Federazione dei Medici di medicina generale di Verona, di fronte all’episodio, avvenuto nella Bassa veronese del medico aggredito da un paziente e costretto addirittura a rifugiarsi da un vicino. «Un attacco inaccettabile e intollerabile, ennesimo campanello d’allarme di una situazione divenuta ormai insostenibile», prosegue Giulio Rigon, segretario provinciale dell’organizzazione sindacale e l’associazione professionale nazionale dei Medici di medicina generale di assistenza primaria. «Tutti gli operatori sanitari devono sentirsi sicuri nel loro ambiente di lavoro, questo attacco è un triste promemoria del fatto che dobbiamo fare di più per proteggere medici ed operatori sanitari che instancabilmente si dedicano alla cura degli altri. Con la speranza che le autorità facciano il possibile affinché venga fatta giustizia su questa triste vicenda», conclude la nota.