Un altro importante e grande dipinto all’interno della chiesa di San Giorgio in Braida è: “La caduta della manna nel deserto”. E’ un’importante opera del pittore manierista veronese Felice Brusasorzi realizzata nei primi anni del 1600. Il dipinti si trova nel presbiterio, simmetricamente rispetto alla “Moltiplicazione dei pani e dei pesci” di Paolo Farinati. Tutti e due gli episodi biblici rappresentati prefigurano il sacramento dell’Eucaristia, in linea con le tematiche promosse dalla Controriforma (talvolta definita anche Riforma cattolica, è stata la reazione della Chiesa cattolica alla Riforma protestante, caratterizzata dall’accoglimento di alcune istanze di rinnovamento ecclesiastico e anche da una reazione polemica e difensiva di fronte al protestantesimo tra cui la riaffermazione del sacrificio eucaristico durante la Consacrazione (transustanziazione). L’opera di Brusasorzi, rimasta incompiuta alla sua morte nel 1605, venne completata dai suoi allievi Pasquale Ottino e Alessandro Turchi, che formatisi nella sua bottega. Ciò che caratterizza il dipinto, è una composizione dinamica e un uso espressivo della luce, elementi tipici dello stile manierista di Brusasorzi. La scena rappresenta il miracolo raccontato nell’Antico Testamento, il momento in cui la manna cade dal cielo per nutrire il popolo d’Israele nel deserto. Le figure disposte in diagonale nella parte inferiore e tre putti in alto lasciano cadere la manna con un’espressione ironica. La chiesa di San Giorgio in Braida a Verona, è un esempio importante dell’arte sacra veronese del Cinquecento. Oltre alle opere di Brusasorzi e Farinati, come già ricordato, ospita anche il “Martirio di San Giorgio” di Paolo Veronese, collocato nel catino absidale. Per chi si trova a Verona, la visita alla chiesa di San Giorgio in Braida offre l’opportunità di ammirare da vicino questo dipinto, di riflettere sul tema eucaristico essendo collocato sul presbiterio, nel suo eterno presente, nel suo prima attraverso i “segni” presenti nell’A.T. con la caduta della manna appunto e nei Vangeli con la moltiplicazione dei pani e dei pesci, e di apprezzare il contesto artistico e spirituale in cui l’opera è inserita. Oltre che una “lezione teologica” sull’Eucarestia e in ciò che l’ha annunciata precedendola, i dipinti appena descritti sono anche una interessante “lezione di storia dell’arte” e in particolare del rinascimento veneto e del manierismo molto presente con diversi suoi rappresentanti.