Conto alla rovescia per il voto del 23 e 24 novembre: i candidati alla Regione sono di fronte a un dilemma. ma la campagna elettorale me la fa il partito e mi devo arrangiare da solo? La seconda è la risposta giusta. Perchè è iniziata in modo selvaggio la battaglia delle preferenze: mors tua vita mea. Per capire: i candidati in lista sono 9. Si deve dare la preferenza. Si può dare una sola preferenza, uomo o donna che sia; se si danno due preferenze, devono essere di genere diverso. Solo che i galli nel pollaio sono tanti soprattutto nelle liste di centrodestra. E si è visto per esempio l’altro ieri che è arrivato il ministro Urso per sostenere i candidati appoggiati dall’europarlamentare Daniele Polato, Claudia Barbera e Diego Ruzza. E anche qui è battaglia durissima sulle preferenze per chi ne prende di più tra Di Michele, Casali e gli altri. Lo stesso discorso in casa di Forza Italia dove capolista in tutte le circoscrizioni è Flavio Tosi, mentre per la Lega è il governatore uscente Luca Zaia. Ci sarà uno scontro diretto a chi prende di più per il proprio partito. ma la guerra delle preferenze nella Lega e in Forza Italia sta provocando tensioni. Nel partito di Tajani, che presenterà la squadra di candidati veronesi venerdì alle 11 al Liston 12, punta a fare il pieno di preferenze Tosi, ma c’è anche il consigliere uscente Alberto Bozza che punta sulla città, sul lago Bullio e Gaiulli si contendono fino all’ultimo voto, in Lessinia corre Falzi e via così: il territorio è spartito e i posti per il Consiglio regionale saranno un paio quindi… Il discorso vale anche per la Lega. Zaia capolista e poi? C’è Valdegamberi che corre con l’appoggio di Vannacci, la vicepresidente uscente Elisa de Berti che punta al ritorno a Venezia e con il gioco delle preferenze può andare in tandem con Zaia, poi l’uscente Filippo Rigo, il sindaco di Soave Matteo Pressi: anche in questo caso i posti potrebbero essere un paio. Però ecco che scatta un altro meccanismo importantissimo: se il capolista Zaia o Tosi si dimette perché eletto in altre circoscrizioni, passano il secondo e il terzo in ordine di preferenze. Ma chi decide in quale Circoscrizione si dimette il capolista? Lo decide lui o il regolamento? La seconda risposta è quella giusta. E il regolamento regionale prevede che il capolista viene dichiarato eletto nella circoscrizione dove la coalizione ha preso più voti e lasciano il seggio libero nelle altre sei. Se per esempio sia Zaia che Tosi venissero eletti a Padova, allora a Verona e nelle altre province passerebbero il secondo e il terzo. Ma se venissero eletti a Verona qui il meccanismo non scatterebbe. E anche di questo si dovrà tenere conto. Intanto questa mattina per il centrosinistra è arrivato sul Liston il candidato presidente Giovanni Manildo per presentare i candidati della lista Uniti per Manildo guidata da Anna Lisa Nalin e composta da Stefano Gabrielli, Giovanna Dall’Ora, Lorenzo Dalai, Nicoletta Scrivo, Giacomo Piva, Valentina Pecoraro, Nicolò Maria Rocco. «Una lista di centro che vuole parlare al mondo economico e del lavoro», ha detto il candidato presidente, «perché le nostre priorità sono lo sviluppo del Veneto, il lavoro, oltre a una sanità efficiente che elimini le liste d’attesa, una medicina di prossimità, servizi per gli anziani, attenzione all’ambiente e a Verona partiremo con un’azione per l’emergenza casa, che qui è fortissima».
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