Cacia, assist a Dimarco: “Fortissimo” “Con me ad Ascoli, già bravo allora. Io? Penso che ormai devo metter via la borsa”

“Aspetto ancora qualche chiamata dalla Serie B, ma realisticamente penso sia ormai quasi impossibile. Credo proprio di aver smesso”.
Daniele Cacia non si fa illusioni. La borsa è sempre pronta, ma i pensieri sono già al dopo. “Ho approfittato di un corso universitario in collaborazione con Coverciano, per diventare direttore sportivo, e l’ho fatto. Al di là di smettere o no, è buono portarsi avanti perché mi piacerebbe fare il ds ed essere già patentato è meglio”.
Come ti vedi in questo ruolo?
“Io sono un po’ vecchio stampo, credo e vorrei che un domani, se dovessi avere questa possibilità, di averla a 360°. Voglio avere le responsabilità al 100%, anche se è vero che ultimamente la figura è cambiata, non so se perché gli venga data meno importanza. Il periodo non è neanche dei migliori”.
Qualche presidente poi mette bocca.
“Sì, qualcuno c’è ancora… Sta alla bravura del direttore renderlo partecipe ma prendersi il ruolo sapendo anche che se si sbaglia, si paga. Ma scegliersi le proprie figure è una cosa che mi piace molto”.
La scintilla le è scattata incontrando qualcuno?
“No, la cosa è maturata negli ultimi 5-6 anni, perché a livello caratteriale mi sento più portato per quello invece che l’allenatore”..
Un’occhiata a Verona…
“Ambiente bestiale, eh… Sono felice per come stanno andando le cose. Juric è molto bravo e sono contentissimo per Dimarco…”
E’ pronto per il grande salto?
“Dipende come va da adesso alla fine. Anche quando era con me ad Ascoli, giovanissimo e alle prime armi, si vedevano già delle qualità enormi. Fisicamente lasciava un po’ a desiderare, ma per il ruolo che fa non serve essere troppo alti. Ha un piede fantastico… Una volta l’ho preso in giro perché col Cagliari una volta mi ha fatto due assist, mentre oggi segna lui, e anche gol belli. Sta vivendo un anno importante, con altri 4 mesi così può anche provare il grande salto”.
Chi si sta evidenziando è lo Spezia di Italiano.
“Con Vincenzo ho giocato a Padova e già allora era allenatore, non ci potevi fare una cena senza parlare di tattiche e cominciare a muovere bottiglie, bicchieri, coltelli e forchette per far capire come si doveva giocare, le sue idee. Sono contento anche per Pippo Inzaghi che sta facendo molto bene col Benevento, è un anno un po’ strano”.
Ti manca un gol per eguagliare il record di gol in B.
“Però per fare le cose bisogna essere in due, anzi in tre! Se fino ad oggi non è arrivata la possibilità, credo non arriverà più. Non me ne faccio un problema, anche se un po’ di rammarico ce l’ho”.