Cadis, ai soci distribuiti più di 60 milioni. Margini operativi solidi e un utile in crescita nonostante la compressione del mercato

Cadis 1898 ha chiuso l’esercizio al 30 giugno 2025, approvato durante l’assembla dei soci tenutasi a Soave nell’auditorium «Luigi Pasetto» a Rocca Sveva, con margini operativi solidi e un utile in crescita, pur in un contesto di mercato che ha compresso i volumi. Il calo dei ricavi del 7% è l’aspetto più immediato della fase ciclica che ha interessato il settore, ma non restituisce la tenuta della gestione industriale né la scelta di sostenere la filiera: Cadis 1898 ha infatti riconosciuto 60,5 milioni di euro ai Soci conferitori come liquidazione delle uve, incrementando il valore per ettaro grazie a un prezzo medio per quintale salito da 60,64 a 64,13 euro (+6%) nonostante un’annata tra le più scarse degli ultimi sessant’anni. I ricavi si attestano a 120,0 milioni di euro, mentre il valore della produzione raggiunge 123,24 milioni. Il mix commerciale resta bilanciato: il 59% del fatturato è generato in Italia e il 41% all’estero; il confezionato pesa per il 58% e lo sfuso per il 42%; i marchi propri per il 55% e la private label per il 45%. La pressione è arrivata soprattutto dai volumi, in calo del 13% su base annua, dinamica coerente con l’andamento del comparto e con la scelta di privilegiare il valore rispetto alla pura quantità. In parallelo, Cadis 1898 ha completato un piano di investimenti di circa 7 milioni di euro: l’avvio della terza linea di imbottigliamento e l’impianto fotovoltaico nella sede di viale della Vittoria, gli interventi di termoregolazione e l’upgrade dei siti produttivi già in larga parte coperti da contributi pubblici (Accordo di Sviluppo, credito d’imposta 4.0 pari a 1,1 milioni, pratica GSE in corso per il fotovoltaico e iter avviato per Transizione 5.0 sulla nuova linea). L’effetto atteso è un miglioramento strutturale dell’efficienza e quindi dei margini futuri, con benefici sia economici sia ambientali. Sul fronte patrimoniale, la solidità resta un tratto distintivo: il Patrimonio netto ammonta a 73,76 milioni di euro. La filiera è stata al centro delle scelte: la vendemmia 2024 ha totalizzato circa 943 mila quintali conferiti, con qualità media buona; a fronte di minori rese, l’aumento del prezzo riconosciuto per quintale ha determinato un maggior valore liquidato per ettaro (+6%), rafforzando la sostenibilità economica dei soci e la coesione del territorio viticolo. «Il dato dei ricavi non basta a giudicare l’anno: abbiamo difeso i margini e messo al centro i soci», commenta il presidente Gabriele Posenato. «Abbiamo riconosciuto 60,5 milioni di euro alla filiera in un’annata quantitativamente scarsa ma qualitativamente valida. Gli investimenti, dalla terza linea di imbottigliamento al fotovoltaico, sono coperti e ci rendono più efficienti e competitivi per i prossimi esercizi.» «Entriamo nel 2025/26 – ha detto il direttore generale Alberto Marchisio – con un assetto industriale più efficiente, un mix equilibrato tra marca e private label e una presenza internazionale che pesa il 41% del fatturato: la rotta è creare valore stabile in un contesto più selettivo, che nell’ultimo anno ha visto una ripresa delle vendite di vini bianchi a discapito dei rossi.» In uno scenario di canali polarizzati Cadis 1898 ha scelto di proteggere il posizionamento, investire in efficienza e confermare la propria natura cooperativa.