Camera a gas: automobilisti arrabbiati, residenti soffocati Con l’arrivo del caldo estivo parte l’Sos per inquinamento da ozono. Verona è all’8° posto per il numero dei giorni di superamento. La situazione più grave a Veronetta dove a causa dei lavori si creano ingorghi per ore. Automobilisti arrabbiati, residenti soffocati

Verona respira a fatica e ne sanno qualcosa gli automobilisti che da giorni, da quando sono partiti i lavori per la fase 2 del cantiere di Veronetta si mettono in fila a motore acceso. Così per i residenti diventa una camera a gas Con l’arrivo del caldo estivo in Pianura Padana è sos qualità dell’aria per inquinamento da ozono. Ad essere attenzionati sono i superamenti di livelli di ozono in un’area della Penisola che ha già conquistato un doppio primato negativo. La Pianura padana è maglia nera in Europa per inquinamento da ozono e hotspot emissivo di metano, tra i gas all’origine dell’accumulo atmosferico di ozono e Verona si piazza all’8° posto nella media nazionale dei giorni (67) di superamento. Un inquinamento troppo spesso sottovalutato con picchi importanti soprattutto in estate e su cui è urgente attivare azioni per la riduzione delle concentrazioni delle sostanze che agiscono da precursori di questo inquinamento. Tra queste sostanze assume un peso crescente il metano, gas serra le cui concentrazioni sono in forte crescita. A fare un punto su ciò è Legambiente che diffonde oggi i dati del nuovo dossier dal titolo “Inquinamento da ozono-il caso padano” dedicato proprio al ruolo del metano come precursore dell’ozono e in cui l’associazione ambientalista indica le sue proposte per ridurre le emissioni inquinanti come biometano-fatto-bene e transizione agroecologica. Considerando le aree urbane del bacino padano, sono quelle maggiormente impattate a livello nazionale. Infatti, considerando i dati Ispra degli ultimi 3 anni (2022-2024), la quasi totalità (90%) dei capoluoghi di provincia ha registrato più di 25 superamenti dell’obiettivo di lungo termine (OLT) Il 55% dei capoluoghi ha registrato ben più di 50 giorni di superamento dell’OLT, con picchi massimi (oltre 70 superamenti) nelle città di Bergamo (90), Piacenza (78), Vercelli (75), Milano (74), Lecco (73), Lodi (71) e Modena (70). Solo le località romagnole (Ravenna e Rimini) e quelle alpine (Belluno e Sondrio) rispettano i limiti normativi vigenti (meno di 25 superamenti annui). Nell’ultimo triennio i superamenti della soglia di informazione sono stati cospicui: l’80% delle stazioni urbane ha registrato almeno un superamento nel 2022, il 68% nel 2023, il 38% nel 2024, con un andamento coerente con la meteorologia stagionale. Solo nel 2023 si è registrato un superamento della soglia di allarme (città di Bergamo). Le città più inquinate, specie quelle pedemontane, non pagano tanto gli effetti dell’inquinamento prodotto nel loro territorio, quanto le conseguenze dell’essere sottovento rispetto alle principali fonti emissive: sono le brezze estive a portare l’aria inquinata da ozono a ridosso dei primi rilievi prealpini e appenninici.

I pericoli arrivano dalle polveri sottili. Legambiente: “E’ il tipico inquinante prodotto dalla combustione dei motori diesel”

“Con il primo episodio di caldo torrido, che ha colpito le regioni del Centro Nord, – commenta Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – torna il problema dell’inquinamento da ozono, una sostanza pericolosa anche per la salute, che si forma dagli inquinanti che risiedono nell’atmosfera quando questi sono esposti a intensa radiazione solare. La qualità dell’aria peggiora come abbiamo raccontato nel nostro dossier anche a causa di altri gas precursori, tra cui il metano. Per questo è fondamentale che ogni Paese, a partire dall’Italia, faccia la sua parte per ridurre le emissioni di metano. La strada maestra per affrontare l’inquinamento da ozono richiede una grande collaborazione dei Paesi firmatari del Global Methane Pledge, l’accordo globale che prevede una riduzione del 30% delle emissioni di metano entro il 2030, rispetto ai livelli del 2020. Purtroppo, siamo lontani da quell’obiettivo, e gli effetti sono misurabili, sia in termini di accelerazione del riscaldamento globale, che di inquinamento da ozono, e per questo è fondamentale più che mai invertire la rotta sena dimenticare. Non va poi dimenticato – aggiunge Zampetti – che la Pianura Padana presenta anche un’elevata presenza di polveri sottili (PM10) e di biossido di azoto, tipico inquinante prodotto dalla combustione dei motori diesel. Lo stop alla circolazione dei veicoli Euro 5 diesel prevista dal 1° ottobre in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, nei comuni con popolazione superiore ai 30mila abitanti, non deve essere rinviato. Si tratta di una misura tampone che deve, però, essere accompagnata da interventi e politiche strutturali che incidano su tutti i settori corresponsabili dell’inquinamento. Tra le priorità su cui lavorare occorre mettere prima di tutto al centro la mobilità urbana potenziando il trasporto pubblico, creando una rete diffusa di aree pedonali e percorsi ciclopedonali, perseguendo il modello della “città dei 15 minuti”, creando Low Emission Zones e usando politiche come Città30, già attivata con successo a Bologna, Olbia e Treviso”.