Camminare per la dignità dell’uomo. Il corteo domani mercoledì 8 febbraio Per la Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione Contro la tratta di Persone

In occasione della Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione Contro la tratta di Persone, mercoledì 8 febbraio, si terrà a Verona un corteo che partirà alle 20,30 dal parcheggio di Via Torricelli 17 e arriverà alle 21,30 alla chiesa Madonna della Fraternità in Via Ombrone 5, dove si svolgerà anche una veglia di preghiera. All’evento – organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con le Suore Canossiane e il Centro diocesano di pastorale giovanile – parteciperanno il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, il vescovo di Verona Domenico Pompili, il vescovo di Rovigo Pierantonio Pavanello. Lungo il percorso sono previste varie tappe in cui verranno presentate testimonianze di persone vittime di tratta. La Giornata Mondiale contro la tratta è stata istituita da Papa Francesco in memoria di Santa Bakhita, sudanese, sfruttata come schiava ma poi liberata e diventata suora canossiana. La Comunità Papa Giovanni XXIII ha attivato nel territorio veronese una Unità di strada che, grazie al supporto di volontari, da oltre trent’anni esce settimanalmente per incontrare le giovani donne, talvolta minorenni, trafficate e sfruttate dal racket della prostituzione, oltre che dai clienti italiani che approfittano della loro condizione di vulnerabilità. «Ogni tanto qualcuna di loro trova il coraggio di scappare – spiegano i volontari –. Allora la accogliamo nelle nostre case famiglia, e inizia un lungo percorso di superamento dei traumi subiti e recupero della piena di dignità. Ma tante altre non ce la fanno. Solo un intervento coordinato, che coinvolga in maniera decisa tutte le istituzioni, può sradicare questo inaccettabile fenomeno». Sulla strada, spiegano, il fenomeno si è un po’ ridimensionato rispetto al periodo precedente al Covid, ma questo non deve trarre in inganno: «Lo sfruttamento, pur tutt’ora presente in strada, si è spostato in maniera forte al chiuso, in finti locali per massaggi e abitazioni private. E qui noi volontari facciamo più fatica a intervenite. Alla veglia ci rivolgeremo soprattutto ai cosiddetti clienti: queste ragazze potrebbero essere le vostre sorelle, le vostre figlie. Fermatevi».