Per la prima volta il sipario del Camploy si e’ aperto su una nuova stagione de L’Altro Teatro con un evento speciale dal sapore di un rito collettivo: un party culturale che ha trasformato il Teatro veronese in un crocevia di relazioni, visioni e possibilità nella linea tracciata dalla nuova direzione artistica a cura di Fabrizio Arcuri. Cittadine e cittadini, artiste e artisti, rappresentanti istituzionali e collaboratori del settore spettacolo del Comune di Verona si sono ritrovati per brindare insieme ad un nuovo inizio che parla di scambio e cura, in un’atmosfera di apertura e condivisione. L’invito era chiaro: Come As You Are-Venite come siete, come amici, come presenza, come possibilità, come desiderio di stare assieme e pensare a nuovi presenti e costruire nuovi futuri attorno allo spazio comunale del Teatro Camploy, spazio e presidio culturale in un quartiere ricco di sfumature e opportunità. Il cuore pulsante della serata e’ stata la performance partecipativa ”Steli” di Stalker Teatro, incipit e allo stesso tempo summa della visione artistica del nuovo direttore artistico, e gesto scenico che ha intrecciato corpi, sguardi e voci, trasformando il teatro cittadino in un luogo di ascolto reciproco e costruzione collettiva. Un’esperienza che, diventando installazione artistica collettiva, ha dato forma al senso profondo dell’arte come pratica relazionale: sociale, trasformativa, capace di creare legami e nuove visioni. In dialogo con le protagoniste e i protagonisti de L’Altro Teatro, il direttore artistico Fabrizio Arcuri ha presentato la nuova stagione tracciando visioni, traiettorie e prospettive future. Un invito diretto e inclusivo a vivere il teatro come luogo aperto, come casa, dove non servono competenze specifiche, ma solo la voglia di partecipare. La ricca programmazione si costruisce in quanto mosaico di esperienze: ogni spettacolo dialoga con gli altri, creando un racconto collettivo che riflette la complessità del nostro tempo. Dalla danza al teatro civile, dalla tragedia classica alla comicità contemporanea, la stagione attraversa temi vitali come identità, memoria, marginalità e resistenza. Emma Dante, Davide Enia, Babilonia Teatri, Anagoor, Giuliana Musso, Leonardo Lidi, Lodo Guenzi, assieme a Barabao Teatro, Collettivo Cinetico, Matteo Spiazzi, Mk, Marco D’Agostin, Laura Moro portano in scena storie che parlano di fragilità, trasformazione, appartenenza. Grande novità presentata durante la serata l’anteprima degli incontri EXTRA, collegati al cartellone principale, che proiettano il teatro in spazio di pensiero, confronto e trasformazione. Cinque appuntamenti, a ingresso gratuito su prenotazione, a cadenza mensile da dicembre ad aprile, che si configurano come un ampliamento della riflessione sul nostro presente attraverso lo sguardo di voci autorevoli e visionarie con un ciclo di incontri che intreccia pensiero critico e immaginazione aprendo il teatro alla città come spazio di dialogo e trasformazione. Si parte il 2 dicembre con Vera Gheno sociolinguista, divulgatrice e docente, da anni impegnata nel promuovere una riflessione profonda sul modo in cui parliamo e scriviamo, e su come il linguaggio plasmi le relazioni, le identità e la società. Col suo lavoro propone un viaggio nella relazione tra esseri umani e linguaggio verbale; si muove tra linguistica, inclusione, equità e questioni di genere, con uno stile accessibile e coinvolgente che mescola rigore scientifico e sensibilità umana.
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