Capanna guida la rivolta degli studenti La clamorosa protesta alla “prima” della Scala, dopo la folle sparatoria di Avola

Il Movimento studentesco, che durante il 1968 aveva contestato il ruolo “produttivo-capitalistico” dell’intero sistema universitario e scolastico, si mobilitò il 7 Dicembre contro l’evento simbolo della mondanità altoborghese: l’inaugurazione della stagione teatrale alla Scala di Milano. La
contestazione della Prima della Scala, come in seguito chiarì Mario Capanna, leader del Movimento e protagonista nella serata milanese, voleva essere una forma di protesta per quello che era successo il 2 Dicembre durante lo sciopero dei braccianti contro le “gabbie salariali” ad
Avola (Siracusa).
In quella manifestazione era intervenuta la polizia, che sparò sui manifestanti,
uccidendo 2 braccianti e ferendone 48. A Milano, come in molte altre città, si tennero numerose
manifestazioni per la violenta e sanguinosa repressione; tuttavia Capanna ricorderà: “sentivamo che dovevamo fare qualcosa di più. E il 7 dicembre qualcuno si ricordò che c’era la famosa prima.”
In pochi minuti presero la decisione di recarsi davanti alla Scala e manifestare. E spiegò: “È fondamentale ricordare il vero motivo per cui scendemmo in piazza quella sera. Cosa c’entravamonoi, giovani, studenti, con quello che era successo a mille chilometri di distanza? E invece sta
proprio qui lo spirito di quegli anni, lottare anche per cose che non ci riguardavano direttamente ed è anche l’insegnamento del ’68: aderire alle lotte degli altri e unirsi per un futuro migliore.”
Non ci fu il tempo per organizzare un evento di massa e alla sera si ritrovarono in 3/400 studenti, “armati” di uova e cachi, davanti al teatro. Mentre gli ospiti si apprestavano a entrare,
accompagnati da fischi, lazzi e slogan degli studenti, un ragazzo alzò in alto un cartello con la scritta: “I braccianti di Avola vi augurano buon divertimento”. Quel cartello ebbe l’effetto di una parola d’ordine e diede l’inizio al lancio di uova fresche e cachi contro le pellicce delle signore, gli
smoking e gli abiti da sera. Quando la situazione fu sul punto di precipitare, Mario Capanna improvvisò un comizio, rivolgendosi direttamente ai poliziotti, che erano stati schierati a difesa degli spettatori.
Ricordando quanto era accaduto ad Avola, li invitò a ribellarsi contro uno Stato
che li mandava a sparare contro delle persone normali come loro, contro uomini che potevano
essere il loro padre o il loro fratello. La polizia caricò gli studenti e tre di loro, fra cui lo stesso Capanna, furono denunciati per “istigazione alla ribellione”.

Romeo Ferrari, docente di storia e filosofia