L’Associazione Luca Coscioni rende pubbliche le relazioni redatte dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL) in merito alle visite effettuate negli istituti penitenziari italiani. I documenti, ottenuti grazie a un accesso civico avviato lo scorso dicembre, costituiscono un primo passo per fare luce sulle condizioni – spesso opache – delle carceri italiane. Ad oggi, solo 66 ASL (tra ASL, ATS, ASP, USL, AULSS e APSS) hanno risposto fornendo documentazione, spesso lacunosa. Nella maggior parte dei casi, mancano indicazioni su eventuali direttive regionali o sulle reazioni istituzionali alle criticità segnalate, aggravando un quadro già drammatico e rendendo difficile una valutazione efficace degli interventi messi in atto. “Nella stragrande maggioranza dei casi – si legge in una nota dell’Associazione – negli istituti di pena italiani non sono stati effettuati neanche interventi di ordinaria amministrazione, una negligenza che, già grave di per sé, si acuisce per il sovraffollamento di oltre il 134%.” Secondo i dati pubblicati dal sito indipendente del giornalista Marco Dalla Stella, al 29 maggio 2025 in Italia si contano 62.722 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 51.280 posti, dei quali 4.488 non disponibili, portando così il tasso di sovraffollamento al 134,29%. La relazione evidenzia anche lo stato delle cose in Veneto dove le carceri versano in condizioni sempre più critiche. Le relazioni inviate dalle aziende sanitarie locali Aulss 1 Dolomiti, Aulss 2 Marca Trevigiana, Aulss 3 Serenissima, denunciano situazioni al limite della vivibilità, tra sovraffollamento, carenze igieniche, infiltrazioni, muffa, e servizi essenziali assenti, come l’acqua calda e impianti di areazione. In particolare a Verona Montorio la capienza è superata di oltre 230 persone (592 detenuti contro i 355 regolamentari), con un incremento ulteriore registrato nel corso dell’anno. Mancano i bidet, le docce sono fatiscenti, le celle disordinate, prive di raffrescamento e acqua calda. Particolarmente grave la situazione delle camere per l’osservazione psichiatrica, prive di impianti funzionanti. Nella casa circondariale di Belluno si riscontrano infiltrazioni, muffa, carenza di docce, infissi da sostituire, muri da tinteggiare, celle senza acqua calda e sezioni chiuse per inadeguatezza strutturale. La sezione dedicata alla tutela mentale necessita di riapertura urgente. A Treviso la situazione è definita “di sovraffollamento evidente”: 231 detenuti su una capienza regolamentare di 141. Mancano docce nei servizi igienici, non c’è acqua calda, e si segnalano muffe persistenti, arredi logori e condizioni strutturali inadeguate. Urgente anche un piano per la prevenzione della legionella. A Venezia le strutture di Santa Maria Maggiore e Giudecca sono oggetto di monitoraggio costante, ma le questioni relative alla restrizione fisica e alla sicurezza rimangono aperte, rimandate ai Ministeri competenti e ai direttori penitenziari. Infine a Vicenza il deterioramento è evidente: 357 detenuti su una capienza di 278. Cucine non idonee dal punto di vista igienico-sanitario e celle dei semiliberi sovraffollate completano un quadro in peggioramento rispetto al 2023. In una sua nota l’Associazione Luca Coscioni fa sapere che continuerà le sue azioni legali per denunciare la negligenza dell’Amministrazione penitenziaria e il mancato rispetto delle raccomandazioni sanitarie da parte del Ministero della Giustizia. Si ricorda inoltre che dal 2024 è attiva la piattaforma FreedomLeaks, che consente di segnalare in modo anonimo e sicuro violazioni del diritto alla salute nelle carceri.