Cattolica, storia da riscrivere Il Consiglio di Stato approva in parte il ricorso dell’ex presidente Bedoni contro gli accertamenti dell’Ivass e azzera le sanzioni. Ora l’autority le deve ricalcolare alla luce dei rilievi ridimensionati. Il caso in Parlamento. Gelmetti: “Gravi anomalie”

Cattolica, l’acquisizione diventa un caso politico. Il Consiglio di Stato ha rilevato gravi carenze nell’impianto accusatorio dell’Ivass. Il senatore Gelmetti scoperchia il caso

Cattolica Assicurazioni, una storia da riscrivere? Il Consiglio di Stato ha infatti accolto in parte il ricorso presentato dal presidente Paolo Bedoni (il cui nome non c’è in sentenza per privacy ma è facilmente identificabile in quanto presidente del cda) contro la sanzione da 430 mila euro (pagati) che era stata comminata a lui e a un’altra decina di consiglieri (con importi diversi) a fronte degli accertamenti compiuti dall’Ivass, l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni. Rilievi che avevano portato ad affermare una serie di violazioni nella governance, nella gestione, nelle valutazioni dei rischi del Gruppo e così via. Fatto sta che dopo gli accertamenti di Ivass e quelli in parallelo della Consob, Cattolica è finita in partnership con il gruppo Generali e Verona ha perduto l’ultimo presidio economico-finanziario dopo che i principali istituti di credito erano finiti sotto il controllo di Milano. Ora il Consiglio di Stato ha di fatto azzerato le sanzioni e chiede a Ivass di riformularle, perché “vanno rivisti i giudizi di rilevanza delle violazioni”, scrivono i giudici per tutte e dieci le sanzioni emesse a carico di altrettanti consiglieri. La sentenza del Consiglio di Stato sta diventando un caso politico, dopo che la sentenza è stata portata all’attenzione del Parlamento dal senatore Matteo Gelmetti di FdI nella commissione banche del Senato presieduta da Pierantonio Zanettin di Forza Italia. “Giovedì 15 maggio ho esposto alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e assicurativo la gravissima anomalia emersa dalla sentenza del Consiglio di Stato in merito all’acquisizione di Cattolica Assicurazioni da parte di Generali. Ora ci aspettiamo che IVASS fornisca pieno chiarimento nella nota ufficiale che sarà trasmessa alla Commissione”, afferma Matteo Gelmetti. “Secondo quanto accertato dal Consiglio di Stato, IVASS impose l’aumento di capitale e quindi l’ingresso di Generali senza un fondamento giuridico adeguato. È un fatto che scuote dalle fondamenta la legittimità dell’intera operazione.”E adesso? “L’auspicio – conclude Gelmetti – è che nella nota che IVASS è tenuta a presentare alla Commissione venga fatta piena luce su quanto accaduto. Verona e il Paese hanno diritto a sapere come e perché una delle più importanti realtà assicurative italiane è stata di fatto espropriata con un’operazione che oggi, alla luce delle carte, appare sempre più come arbitraria.” La sentenza, la 3.106 del 2025 facilmente rintracciabile nel sito del Consiglio di Stato è molto articolata e in 46 pagine affronta tutti i temi sollevati da Ivass e impugnati da Bedoni. Proviamo a fare una sintesi. Per quanto riguarda l’aspetto della gestione degli organi collegiali, le censure attribuite al presidente da Ivass dopo gli accertamenti compiuti da dicembre 2019 a luglio 2020 restano sostanzialmente confermate.

Verona privata di uno dei suoi pilastri. La deputata di Forza Italia Paola Boscaini (già dipendente di Cattolica) interroga il Governo

E va ricordato che il suo ricorso in prima istanza venne respinto dal Tar nel maggio 2023. la gestione delle funzioni viene ritenuto imprudente o superficiale, si sottolinea la carenza di informativa, che comprende anche la trattativa con Vittoria Assicurazione, si stigmatizza la tardiva verbalizzazione delle riunioni del Cda e la carente dialettica tra il Consiglio e gli altri organismi e così via. Fin qui l’aspetto della gestione. Ma è nella seconda parte che il Consiglio di Stato rivede la gravità delle accuse sollevate da Ivass in merito a capitoli delicatissimi che riguardano l’aumento di capitale, la trasformazione di Cattolica in Spa, la solvibilità, la valutazione dei rischi immobiliari. Su tutti questi punti, dice il Consiglio di Stato, le contestazioni di ivass presentano profili “incoerenti”. Punti sui quali “non emerge in modo evidente il rilevato immobilismo, quanto meno nei termini contestati, dell’organo di amministrazione in presenza di una situazione sicuramente critica ma meno allarmante di quanto prospettato” e le misure allo studio “si mostravano nel tempo efficaci”. Per esempio il parametro di Solvency ratio era costantemente monitorato e oggetto di dibattito; così come veniva ipotizzato un aumento di 500 milioni di euro entro il 30 giugno 2025 prevedendo un aumento nell’immediato (settembre 2020) di 200 milioni (non ritenuto sufficiente da Ivass). Ma l’accordo di partnership con Generali, rileva il Consiglio di Stato, porterà in seguito ad un aumento di capitale pari a 300 milioni di euro in parte neutralizzato dai costi dell’operazione per cui alla fine si concretizzava in 187 milioni al netto dei recessi. Per quanto riguarda il parametro di solvibilità, inoltre non emerge nei rilievi portati avanti da Ivass “una sufficiente considerazione degli effetti indotti dalla pandemia sui mercati finanziari” in quel periodo. E così pure sui capitoli degli investimenti in H-Farm e H-Campus “non si ha evidenza in atti di un superficiale approccio da parte del Cda al tema”.Inoltre le contestazioni di Ivass sugli investimenti immobiliari sottolineano una perdita di 23 milioni ma non viene preso in grande considerazione l’importo totale del patrimonio immobiliare di Cattolica, pari a 1,6 miliardi di euro. Alla luce di tutto questo, concludono i giudici del Consiglio di Stato, l’appello presentato dla presidente deve essere accolto in parte e di conseguenza il provvedimento sanzionatorio dlel’Ivass “va annullato”. Ivass quindi ora deve rinnovare il procedimento anzionatorio e riformularlo alla luce dei criteri che sono stati chiariti dal Consiglio di Stato, perché vanno rivisti i giudizi di rilvanza delle violazioni. Sulla vicenda ha presentato una interrogazione ai ministri Giorgetti e Urso la deputata di Forza Italia Paola Boscaini ( già dipendente di Cattolica in passato) che chiede se non sia il caso di rivedere gestione e e poteri di Ivass, l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni. Ora, la domanda che circola nel mondo economico e politico veronese è questa: al di là delle censure sulla gestione della governance, senza la contestazione di tre pilastri come il parametro di solvibilità (tenendo conto della pandemia da Covid), gli investimenti immobiliari (nessun immobilismo), l’aumento di capitale già previsto (dimostratosi congruo), ci sarebbe stata la partnership con Generali? Cattolica sarebbe ancora a Verona? MB