Catullo, sarà gara pubblica se cambia la maggioranza Se il 21 settembre le opzioni per l’aumento di capitale dovessero prefigurare nuovi equilibri, si aprirebbe la procedura fino al 30 giugno

E’ conto alla rovescia: si arricchisce di nuovi dettagli l’operazione di rafforzamento patrimoniale della società aeroportuale che gestisce l’aeroporto Catullo. Come anticipato dalla Cronaca di Verona, entro il mese si svolgerà l’assemblea straordinaria per il primo passaggio necessario per il nuovo aumento di capitale.
L’assemblea straordinaria è prevista il 21 settembre in prima convocazione, il 25 settembre in seconda qualora nella prima chiamata non venisse raggiunto il numero legale. Può anche darsi quindi che i soci decidano di trovarsi e avviare l’iter per l’aumento di capitale già giovedì 21 senza rinviare a lunedì 25.
La pratica sarà molto delicata, perché il bilancio della Catullo ha dovuto sopportare investimenti molto significativi per il cantiere del progetto Romeo, ampliamento del terminal aeroportuale e ha necessità di risorse fresche anche per sostenere gli oneri dei finanziamenti ricevuti finora per il cantiere.
Si prevede quindi una iniezione di denaro fresco di poco superiore ai 30 milioni di euro, in due step molto complessi anche dal punto di vista tecnico. Un aumento di capitale che arriva a soli due anni da quello di 35 milioni deliberato nel 2021 con procedure molto simili.
Ma la delicatezza sta proprio negli equilibri di maggioranza, come riportato già più volte su queste pagine.
Qualora il 21 settembre (o il 25) sulla base dei diritti di prelazione e delle opzioni di quote da sottoscrivere dovesse verificarsi infatti che viene a cadere la maggioranza dei soci pubblici e la società rischiasse di andare a maggioranza privata (Save oltre il 50,1%), sla seduta finirebbe praticamente nulla, senza alcuna efficacia.
A quel punto, a fronte di una prospettiva di maggioranza privata, (e si attende la sentenza del Tar e il parere di Anac sulla possibilità di una gestione privata di una concessione pubblica aeroportuale) si renderebbe necessario il secondo step (da qui la definizione impropria di due aumenti di capitale che in realtà è uno solo ma con una tempistica doppia).
La procedura alternativa, se il primo tentativo non dovesse andare in porto, sarà quella di una gara pubblica per trovare nuovi sottoscrittori, vale a dire “operatori economici esterni”.
Le azioni quindi verranno messe all’asta sulla base di un valore di 23,70 euro fino al 30 giugno. Perché cambi di maggioranza così significativi, secondo la giurisprudenza, non possono avvenire per scalate interne ma devono avvenire per gara pubblica.
E i soci vogliono così mettersi al riparo da eventuali sorprese che possano arrivare dal Tar del Lazio e da Anac, come spiegato ieri su queste pagine.
E nulla toglie che alla fine sarà sempre Save il dominus, ma attraverso l’acquisto di azioni messe a gara pubblica. mb