Catullo, soci pubblici ad alta quota. Restano solo due incognite. Giovedì prima assemblea straordinaria per i 30 milioni In un incontro riservato tutti hanno manifestato la volontà di sottoscrivere l’aumento di capitale: in questo caso la maggioranza non cambia e resta in mano pubblica. Ci sono ancora le incognite delle province di Brescia e Bolzano. Parla Wallner

Conto alla rovescia per l’aumento di capitale da 30 milioni e spiccioli della società che gestisce l’aeroporto Catullo. Un aumento di capitale che fa seguito a quello da 35 milioni del 2021 e che serve per far fronte agli investimenti sull’aerostazione visti i lavori del progetto Romeo per ampliare il terminal. I soci pubblici, in vista della prima convocazione dell’assemblea straordinaria, giovedì 21, si sono incontrati e hanno ribadito la volontà di sottoscrivere la propria parte pro quota. Si sarebbero espressi in senso positivo il Comune e la Provincia di Verona, la Camera di commercio di Verona che hanno detto sì, poi la Provincia di Trento è a favore mentre restano due vere incognite: la Provincia di Brescia, presente all’incontro ma che si è riservata ancora tempo per decidere, tenendo conto che da tempo chiede una soluzione per l’aeroporto di Montichiari. E poi c’è la Provincia autonoma di Bolzano che era assente all’incontro. Quest’ultima sta valutando nella sua Giunta che cosa fare, dal momento che ha iniziato a sviluppare il proprio aeroporto con nuovi collegamenti e deve capire se è ancora strategico investire nel Catullo. Le due Province in questione hanno poco più del 2 per cento ciascuna. Infine, c’è Fondazione Cariverona che ha deciso di mettere in vendita il suo 3 per cento ma che dovrebbe partecipare all’assemblea. Pertanto, se tutti i soci pubblici confermassero la partecipazione all’aumento di capitale, gli equilibri societari non dovrebbero cambiare: la maggioranza resterà così in mano pubblica senza innescare ulteriori problemi. Se invece si dovesse palesare uno scenario diverso, con quote inoptate per cui il socio privato Save che ha il 43% in teoria potrebbe salire ancora raggiungendo la maggioranza, verrebbe organizzato un secondo passaggio per mettere a gara pubblica le quote inoptate, per cui potrebbe acquistarle anche un nuovo socio o ancora Save. Ma un eventuale cambio di maggioranza deve avvenire, dicono i pareri legali, il parere di Anac e le sentenze, con gara a evidenza pubblica e non con scalate interne. Perché la concessione aeroportuale è stata affidata a una maggioranza pubblica e un cambio in corsa può avvenire solo a seguito di gara con evidenza pubblica.

Wallner: “Giusto aderire all’aumento. E la maggioranza non cambierà”

Una eventualità che non si verificherà, secondo il consigliere di amministrazione della Catullo Marco Wallner, rappresentante del Comune di Verona. Il suo pensiero sul futuro dell’aeroporto Catullo lo ha affidato alla newsletter della redazione Area curata dal consigliere comunale Alberto Battaggia. I soci pubblici potrebbero perdere la maggioranza assoluta a favore di Save? “Sono certo che il problema non si porrà”, risponde sicuro Wallner. Che si dice convinto che il Comune debba assolutamente sottoscrivere l’aumento di capitale pro quota. Ma perché investire ancora risorse visto che metterà sul piatto 1.414.000 euro (oltre 1,5 con l’inoptato) per difendere il suo 4,6%? “Oltre alle ragioni di tutela degli interessi territoriali, la partecipazione potrebbe anche essere conveniente per la redditività. Tutti gli indicatori convergono nel segnalare che la grande ripresa ed espansione dell’economia aeroportuale è destinata a durare per anni. I soci pubblici hanno già investito notevoli risorse nell’aeroporto. Sarebbe paradossale vendere le azioni proprio quando quei sacrifici potrebbero essere ripagati”. Il fatto è che molti sono scontenti dell’attività dell’aeroporto Catullo non per colpe di Save, che è un grande operatore aeroportuale, ma perché i soci pubblici hanno latitato e ora dovrebbero presentarsi con idee un po’ più chiare. Sottolinea infatti Wallner: “La città, scientemente o meno, in questi anni, ha di fatto completamente delegato a Save la definizione delle linee guida strategiche dell’aeroporto. E questo è stato un errore. Perché Save è un operatore che sa fare molto bene il suo mestiere e quindi ha ben chiari i suoi interessi, che non riguardano solo Verona ma anche l’insieme delle attività in cui è impegnata. Difficile dare a Save responsabilità dopo aver salvato l’aeroporto, anche se le potenzialità del Catullo non sono ancora pienamente espresse… “Il nostro aeroporto ha sofferto di un sacco di problemi; poi è venuto il Covid, ha perso slot, rotte… Save ha agito come imprenditore, facilitato dalla arrendevolezza dei soci pubblici”, ribadisce Wallner. “Se la parte pubblica non è presente, se questa non definisce le linee strategiche che salvaguardino gli interessi territoriali, questo rischio di appiattimento su una logica puramente aziendale c’è. Negli anni passati questo presidio è mancato. Ora occorre, innanzitutto, che i soci pubblici ritrovino unità di intenti.”. Il punto è che gli stessi soci pubblici non vanno d’accordo, come si è visto in Fondazione Arena con lo scontro tra Comune e Camera di commercio, che si ritrovano poi nel cda dell’aeroporto Catullo… “Le tensioni si sono avvertite, ora occorre superarle. Dobbiamo coordinarci e ragionare assieme in modo che Save abbia di fronte una controparte seria ma anche forte e per questo davvero credibile”. Ma per dare l’idea di quanto sia divisiva la questione dell’aeroporto, un altro rappresentante dell’area di Wallner, Giorgio Pasetto di +Europa sostiene il contrario. ”Credo che il Comune di Verona dovrebbe rinunciare all’aumento di capitale: non ha più senso spendere denaro pubblico per un aeroporto di fatto privatizzato. Meglio investire i soldi in altro modo, alleggerendo le bollette di Agsm. Spero che l’aeroporto vada in gara perché Save ha condannato il Catullo al campionato di serie C, mentre Venezia è in serie A e Treviso in serie B”.