C’è nostalgia di Vicenzi La Tezenis cerca di far rivivere i fasti della Scaligera, ma serve tanta pazienza

Alzi la mano chi non ci ha pensato, in questi anni. Anni difficili, col miraggio di una serie A che pare a un passo e il ricordo dei fasti di un tempo. Un po’ come il popolo dell’Hellas (ai tempi della B), mentre pensa alla favola dello scudetto. Ma chi gliela va a raccontare al “popolo del Palasport” che lì dentro si giocava per lo scudetto? Che lì dentro, Schoene e Williams, Iuzzolino e Morandotti, Bonora e Dalla Vecchia infilavano palloni che valevano Coppe, Supercoppe, sogni proibiti regalati gratis a un pubblico felice? Ma chi gliela racconta al “popolo del Palasport”, che lì dentro abbiamo visto piangere di gioia uomini come Bucci, Mazzon? Dirigenti come Fadini, Fertonani, Mario e Giuseppe Vicenzi? E’ dura la vita, oggi, per il “popolo del basket”. Durissima. Perchè hai voglia di dire, “ora ci riproviamo”, ma poi fai i conti con la realtà. Giochi in un campionato semidilettantistico, con costi comunque molto alti, ogni anno investi risorse, soldi, parole, sogni e ogni anno il risultato è purtroppo lo stesso. La Tezenis, che cerca di rinnovare i fasti della Scaligera, è sempre lì, ancorata a un’A2 che non può soddisfare e che suscita almeno una domanda: ne usciremo mai? La risposta, più urgente che mai, tocca alla famiglia Pedrollo. Due uomini soli al comando, papà Gianluigi e il figlio Giorgio. Enorme passione, risultati, per ora, modesti. E, alle spalle, sempre l’ombra, la foto-ricordo, il pensiero, dell’uomo che quella stessa squadra aveva portato dalla serie D all’Europa, cioè Giuseppe Vicenzi. Il “grande patriarca” del basket scaligero rimugina nell’ombra. In silenzio. I suoi pensieri li ha affidati più volte a penne amiche:”Non m’aspettavo certo un percorso accidentato come questo, quando “regalai” la società alla famiglia Pedrollo. Verona ha fame di grande basket, ma non si riesce a tornare neppure in serie A”. C’è delusione, nel Presidente onorario, spesso presente al Palasport, ruolo defilato, ma idee sempre chiare e smorfia eloquente sul viso. No, non può essere questo il destino della Tezenis, soprattutto se hai alle spalle un “compagno di viaggio” come Sandro Veronesi e la sua Calzedonia. Un colosso. Uno sponsor che tutti vorrebbero avere e che ancora crede al progetto, anche se i tempi si allungano. Le certezze diminuiscono. I dubbi aumentano. Ogni anno si riparte (quasi) da zero, come diceva il grande Gino Bartali, ogni anno “è tutto sbagliato, è tutto da rifare”. Forse non è questa, anzi, di sicuro non lo è, la strada per tornare a sognare. L’arrivo di Giuliani, dirigente di lungo corso, potrebbe oggi segnare una svolta, indicare finalmente alla famiglia Pedrollo, la rotta migliore. Purchè accanto a competenza, risorse, proclami, facciano la loro comparsa anche equilibrio, buon senso, programmazione. E pazienza. Sì, pure quella. La stessa pazienza che il fedelissimo “popolo del Palasport” continua a sventolare. Lo farà ancora. Ma il paradiso non può attendere…troppo.

L.T.