C’è un manichino appeso nella Sud. Il Giorno della vergogna, 28 aprile 1996

Aveva una maglietta blu, braghette e calzettoni gialli, il manichino nero. Gli legarono una corda al collo e lo appesero là, nella culla del tifo, la curva Sud. Sopra, srotolarono uno striscione: “El negro i ve la regalà/dasighe el stadio da netar”. E più sotto, ce n’era un altro: “Mazzi, Ferrier mandelo ‘n cantier’. Dialetto puro, ma non c’è bisogno di traduzione. Il dialetto umiliato a lingua degli idioti, perchè quella fu la risposta degli idioti all’idea che Alberto Mazzi aveva coltivato. Per questo aveva opzionato Michel Ferrier, 20 anni, mediano del Volendam, visionato da Nardino Previdi. E per questo scatenò la vergogna del Bentegodi. Scelsero il giorno del derby col Chievo, per il loro stupido piano. Così, i riflettori sarebbero stati ancora più accesi. L’ORIGINE. Il manichino impiccato era un segnale per la società, guidata all’epoca dal presidente Alberto Mazzi. Qualche giorno prima aveva annunciato l’acquisto di un giocatore olandese, Ferrier. Scuro di pelle, era nato in Suriname. Non era famoso, nè lo diventerà poi. Ma non era questo il punto. Quello che non andava ai “capi” della Sud, era il colore della pelle. Sullo striscione, c’era scritto questo. “Dasighe el stadio da netar”. Uno schifo, al quale il il presidente Mazzi reagì duramente: “Ferrier giocherà nel Verona”, disse il presidente mentre si scatenava il tritacarne mediatico. L’Hellas sbattuto in prima pagina. Non era la prima volta. Non sarà neppure l’ultima. LA REAZIONE. Alberto Mazzi, come avrebbe fatto papà Eros, la mattina presto telefonò a Nardino Previdi. “Lo voglio all’Hellas, a tutti i costi. Così rispondiamo agli idioti”. In realtà. Michael Ferrier non giocò mai nel Verona. “La situazione che si era creata – spiegò qualche anno dopo – spinse il mio procuratore a scegliere altre strade. Andai alla Salernitana, poi al Catania…Peccato, avevo già visitato Verona. Si vede che doveva andare così”. LE INDAGINI. Come spesso accade, i colpevoli furono coperti, l’omertà dell’ignoranza. Anche se non era difficile capire chi avesse avutol’idea e chi l’aveva messa in pratica. Avevano (hanno…) nomi e cognomi. Pazienza, come disse Ferrier, ripensando a quello che doveva essere e non era stato. Gli avevano fatto vedere anche lo stadio. La curva Sud. “Diventerai un idolo” gli avevano detto. Forse lo sarebbe diventato presto.