Chievo, perchè hai “perso” Meggiorini? "E anche Frey e Cesar potevano essere molto utili in questo finale di campionato..."

Cara redazione,
ho una domanda che mi preme porti e riguarda il Chievo. Sono un vecchio abbonato, un po’ deluso dalle ultime stagioni e molto preoccupato anche dalla situazione finanziaria. Se son vere la metà delle voci che si sentono, il futuro del Chievo non è certo roseo, se non riuscisse a conquistare la serie A.
La domanda riguarda in primo luogo Meggiorini, lasciato libero come fosse un giocatore “norrmale”, come se non fosse l’uomo per il quale, più volte, il presidente Campedelli aveva speso grandi parole, dopo averlo fortemente voluto. E anche su Frey e Cesar avrei qualcosa da ridire. Ma non potevano servire in questo finale di campionato? Perchè il Chievo ha preferito lasciarli liberi? Mi sembra una scelta assurda”…
Giorgio S. Verona

Gentilissimo Giorgio,
la domanda è del tutto logica e non è certo l’unico tifoso del Chievo a porsela. La risposta è purtroppo, semplice e allo stesso tempo, preoccupante.
Perchè l’unica motivazione vera, al di là di aspetti umani sui quali torneremo poi, è di natura economica. La stuazione dev’essere davvero molto difficile, se il Chievo ha deciso di “risparmiare” le due mensilità di Meggiorini, Frey e Cesar(luglio e agosto), rinuciando di fatto a tre uomini-chiave, nel momento in cui si decide la stagione.
Andiamo con ordine: ha stupito soprattutto la rinuncia a Meggiorini. Di Frey e Cesar s’era già parlato, potevano servire moltissimo (la difesa è giovane e senza rincalzi, se non i Primavera), mentre per Meggiorini sembrava scontato un prolungamento. “Sarà la bandiera del futuro” aveva detto più volte Campedelli. Bandiera già ammaninata, in nome di una logica che lascia perplessi. A far chiarezza, in questo caso, può essere la bella intervista che Meggiorini ha rilasciato a L’Arena. Riccardo è una persona seria, non vende fumo e non s’è nascosto dietro alle parole. Quello che doveva dire l’ha detto. Al presidente (“mi sarei aspettato almeno una telefonata”); all’allenatore (“Aglietti? Mai sentita davvero la fiducia, eppure,qualcosa avevo fatto per il Chievo”); al direttore sportivo (“De Giorgis? Con tutto il rispetto volevo parlare col presidente, non con lui”). E allora ne deriva un quadro sconcertante. Nel momento in cui si decide una stagione, una società rinuncia a tre pedine-chiave, senza considerare la realtà tecnica (facevano comodo, sicuro…) e senza neppure pensare agli aspetti umani. Brutto segno. Ma c’è ancora da stupirsi?