«I complimenti fanno sempre piacere ma quello che conta sono i risultati. Confesso di essere un pelino preoccupato. I numeri, solitamente, non mentono mai». E’ questo, in sintesi, il pensiero di Mauro Gibellini, ex attaccante ed ex direttore sportivo dell’Hellas Verona. Considerazioni che in questo momento trovano «sponda» anche in tanti tifosi gialloblù. «Anche se il campionato è ancora lungo – aggiunge – le sensazioni non sono del tutto positive». Un contesto che per certi versi appare quasi paradossale per l’ex diesse. «Rispetto agli scorsi anni in questo primo scorcio di campionato ho visto una squadra migliore, bella da vedere e in grado di sviluppare un gioco piacevole. Un gioco rapido, vivace e propositivo, con una difesa solida e un attacco in grado di creare più di un’occasione a partita». I conti, però, alla fine non tornano. «Effettivamente – sottolinea – abbiamo il secondo peggior attacco e la peggior difesa che valgono in questo momento il penultimo posto in classifica. Anzi – aggiunge – è come se fossimo ultimi perché a mio avviso la Fiorentina, in ottica salvezza, non bisogna nemmeno considerarla perché alla fine i valori emergono sempre». Cosa fare quindi? Per qualcuno la soluzione dovrebbe essere un cambio in panchina. Ipotesi che il momento Gibellini non sembra voler prendere in considerazione. «Il cambio di allenatore nella maggior parte dei casi non paga. Tuttavia, se vogliamo, esiste anche una diversa chiave di lettura. Oltre all’aspetto economico, il tema principale è il nome di chi andare a contattare. Scelta sicuramente non semplice che al momento, per quanto mi par di capire, non sembra rientrare nelle potenziali mosse di Sogliano». Tornando ai numeri, non può passare inosservata l’assenza di vittorie senza dimenticare che l’ultimo successo al Bentegodi risale al febbraio dello scorso campionato. «Anche questo – sottolinea l’ex attaccante gialloblù – è un aspetto importante. A questo contribuisce anche la difficoltà ad andare in gol, nonostante le occasioni create». Eppure l’accoppiata Orban-Giovane riscuote diversi consensi. «Orban mi piace molto, è un attaccante da area di rigore, in grado di far sentire la sua presenza. Giovane è un bel giocatore, molto tecnico e veloce anche se per le sue caratteristiche potrebbe essere più utile come esterno, ruolo che ricopriva in Brasile». Soluzioni alternative? «Non voglio fare il mestiere di altri ma un’alternativa potrebbe essere quella di inserire un attaccante centrale mettendo Giovane alle spalle delle due punte». Da attaccante Gibellini ha vissuto personalmente l’astinenza da gol. «Mi è capitato qualche volta – confessa – e la situazione era talmente difficile che non facevo gol nemmeno in allenamento. Sembrava girare tutto storto. Serve pazienza e l’importante è non scoraggiarsi». In situazioni come queste può diventare di grande aiuto il supporto del pubblico. «Non solo la domenica ma soprattutto durante la settimana. Un desiderio che si scontra inevitabilmente con le cosiddette «porte chiuse». Un aspetto del calcio di oggi – sottolinea – che non mi piace molto. Durante la settimana c’è sempre bisogno della vicinanza del pubblico. Anche di qualche critica. Sapete quante volte le ho sentite anch’io? Sono tutte cose che servono comunque da stimolo. Ma era un altro calcio, oggi le cose sono diverse». Cosa aspettarsi quindi? «La squadra non deve assolutamente sbagliare le prossime gare contro Parma e Genoa – conclude – e poi, forse, non è da escludere la necessità di un intervento nel mercato di gennaio».



