L’iniziativa Ciclista Illuminato, iniziata nel 2011, in cui Fiab Verona ogni autunno, col buio, misura l’uso delle luci da parte dei ciclisti urbani, conferma la tendenza delle ultime edizioni. Si va avanti a passo di lumaca, come hanno spiegato nel loro intervento in conferenza stampa Giorgio Migliorini, vicepresidente Fiab Verona; Luca Reani, direttivo Fiab Verona e Francesco Covelli, socio attivo Fiab Verona. La conta si è svolta il 4 novembre dalle 17.20 alle 18.50 in 5 varchi della città, uno in più dei precedenti anni: Castelvecchio, ponte della Vittoria, stazione, Saval e ponte Nuovo riaperto. Sono stati contati 1.301 passaggi che, anche scorporando ponte Nuovo, sono un 10% in più del 2024; la serata era abbastanza mite ma non è questo il dato più interessante. «Ci eravamo lasciati l’anno scorso – hanno detto – con il titolo ”la differenza la fa anche il mezzo”. Di questo siamo sempre più convinti perché i piccoli ma costanti miglioramenti che andremo poi a quantificare sono dovuti anche al maggior numero di ebike in circolazione, vedi per esempio i rider. Queste bici nascono con dotazione fissa e completa di luci al contrario delle diffusissime MTB completamento prive. Per i meno giovani prima delle MTB esistevano solo bici da città con dinamo e fanaleria fissa e bici da corsa prive di luci ma destinate agli amatori per uso diurno e non per spostamenti cittadini». Secondo Fiab le diffusissime ed economiche MTB spesso almeno di ”seconda mano” hanno drasticamente abbassato il livello qualitativo delle bici circolanti. Molte di queste, hanno aggiunto, vengono utilizzate da persone che troppo spesso lasciano la sicurezza in secondo piano. I numeri: I completamente spenti scendono leggermente di 3 punti percentuali, per arrivare al 31%. Eravamo partiti da un deprimente 58% nel 2011 quindi qualcosa si è mosso! Ricordiamo che percentuali del 30% sono purtroppo riscontrabili anche a nord delle Alpi. Stabili i ”poco illuminati” (solo una luce o i catadiottri) al 18%. Migliora la situazione dei ”quasi illuminati”, hanno le luci ma non i catadiottri peraltro spesso difficili da rilevare. Siamo al 41,6% il migliore dato storico. Calano all’ 8.3% gli illuminati (luci+catadiottri) mentre restano trascurabili circa 3% quelli con il giubbino rifrangente probabilmente più numerosi sulle strade extraurbane. Ricordiamo che Il giubbino riflettente è obbligatorio solo in ambito extraurbano o in galleria. «Siamo sostanzialmente arrivati – hanno sottolineato – ad un pareggio 50/50 fra i due gruppi: spenti poco illuminati e i quasi illuminati-illuminati. Nel 2011 eravamo 72 a 28 qualcosa dunque alla fine sta succedendo sebbene non siano questi i dati che vorremmo». Per completezza e curiosità come stanno i monopattini? In netto aumento, contati 234, nel 2024 erano 141. Sono un 18% rispetto alle bici con punta del 25% in zona stazione. Circa 80% è illuminato e un 20% no. Sono quasi tutti dotati di luci fisse all’origine, perlomeno sicuramente quelli a noleggio, a conferma che la differenza la fa anche il mezzo. Riassumendo: il confronto con i monopattini dimostra che un mezzo con luci fisse porta ad un netto miglioramento. Naturalmente invitando chi non ha luci fisse sulla bici ad essere più consapevole dei rischi cui va incontro ed utilizzare quelle asportabili meglio se di media e buona qualità. «Come Fiab Verona – hanno concluso – con un certo orgoglio ricordiamo a tutti di aver distribuito gratuitamente nell’arco di 15 anni oltre 3.000 coppie di luci e di ”fare cultura” sul problema. E anche quest’anno a Santa Lucia e Natale ripetiamo il suggerimento per regali e addobbi: qualche luce in meno sull’albero e qualche luce in più per la bici sotto l’albero. Le prime durano pochi giorni le altre durano a lungo e salvano vite».



