L’Accademia di Belle Arti di Verona porta il nome di Giambettino Cignaroli, un pittore nato a Verona il 4 luglio 1706, morto sempre a Verona il 1° dicembre 1770. Si dedicò alla pittura, dopo aver seguito i corsi d’umanità: cultura sempre visibile nella sua opera, che è fondamentale per la città nativa, per gli artisti trentini e dietro a loro per l’Austria. Il suo fare lezioso, in cui convergono stranamente gli elementi più disparati del baroccismo, ereditato attraverso il concittadino Ridolfi da Santo Prunati, suo maestro, ebbe larghissima fortuna. Ma a Venezia apparve sempre quel che in fondo era, provinciale e stucchevole. Dopo aver infatti lavorato per tre anni, anche accanto al Tiepolo in palazzo Labia, in affreschi ora perduti, si ritirò in patria dove quasi sempre risiedette e dove fece scuola, allevando all’arte il fratellastro Giandomenico (1722-1793) che lo plagia, e il fratello Giuseppe, noto col nome di fra Felice (1726-1796), che per si dimostrerò più dotato di lui. Il nipote Saverio dalla Rosa ne continuò la maniera sino ai primi dell’800. Giambettino dopo aver svolto studi di retorica presso i Gesuiti si diede alla pittura diventando prima allievo di Sante Prunati e poi frequentò con il suo coetaneo Pietro Rotari nato qualche mese dopo, nel 1707, la scuola di pittura del maestro Antonio Balestra. Il Cignaroli aprì a Verona una sua bottega nel 1728 di pittura e ottenne grandi successi. Lavorò in molte città come Milano, Parma, Torino, Bologna e Ferrara. Ma è soprattutto a Brescia che troviamo sue opere importanti e a Bergamo. Tra queste la pala d’altare nella chiesa di San Marco. Si dedicò anche molto per per gli ordini religiosi dell’Emilia, come provano le pale per Piacenza, Parma, Reggio, Modena e Ferrara. Pur non essendo mai uscito dall’Italia, lavorò per la Sassonia e per il re di Polonia, per la zarina di Russia, oltre che per la regina di Spagna, come prova la monumentale pala d’altare oggi al Prado raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi Lucia, Lorenzo, Antonio da Padova, Barbara e l’angelo custode, e per i principi vescovi di Bressanone, come testimonia il San Giovanni Nepomuceno sul secondo altare destro del duomo brissinese. Oltre alla pittura a tema religioso la sua produzione si estese anche alla pittura celebrativa di storia, ricevendo gli onori trionfali in Campidoglio, oggi a Castelvecchio, ma destinata al palazzo pubblico di Piazza delle Erbe. Pittore di fama, promosse la costruzione dell’Accademia veronese d’Arte di cui fu il primo direttore e che oggi porta il suo nome. Oltre ad essere un bravo e riconosciuto pittore, fu anche scrittore di testi d’arte. Il suo gusto pittorico viene ritenuto a metà strada tra un ultimo raffaellismo e un inizio di neo-classicismo. Il 27 novembre 2019 è stato venduto all’asta da Christies a Parigi per oltre 4 milioni di euro, il ritratto di un giovane Wolfang Amadeus Mozart (1756-1791) eseguito dal Cignaroli presumibilmente nel gennaio 1770.