Comprendere il fenomeno migratorio La 10° edizione veronese è organizzata da “One Bridge To” a Forte Sofia e a Rifugio 2

One Bridge To- organizza la decima edizione veronese della Giornata Mondiale del Rifugiato. L’evento si terrà fino al 21 giugno, al Forte Sofia e al Community Center, luogo di incontro dell’associazione presso il Rifugio 2. L’associazione, nata nel 2016 per portare supporto alle persone in movimento presenti lungo la rotta balcanica, da allora è impegnata in progetti di assistenza sociale per le persone straniere sulla Rotta e a Verona. Quest’anno l’associazione invita la cittadinanza a riflettere sul peso dell’imprevedibilità, dell’ingiustizia sistemica e sul diritto negato di poter costruire il proprio futuro con dignità: tutti elementi che caratterizzano i percorsi delle persone migranti nella nostra città. “Siamo voluti partire da immagini chiare, che vediamo ogni giorno: i cartelli stradali” afferma Edoardo Garonzi, presidente di One Bridge To-. “I cartelli sono particolarmente adatti a descrivere tutto ciò. Divieti, svolte obbligate, sanzioni e soste interdette: per alcuni nostri concittadini, queste sono le parole d’ordine che rappresentano la vita di tutti i giorni. Ogni fase del percorso in Italia — dalla domanda di accoglienza, alla burocrazia, fino al riconoscimento dello status di protezione o di legale soggiorno sul nostro territorio — è spesso segnata da ostacoli arbitrari, ritardi inspiegabili, errori amministrativi o decisioni che sembrano dipendere più dal caso che dalla logica o dalla giustizia. La comprensione del fenomeno migratorio deve essere quella di un fenomeno complesso, non di una questione emergenziale, temporanea e imprevedibile. Parlare delle vite dei nostri concittadini – ancora non ritenuti tali da gran parte di noi -, vuol dire parlare di quotidianità segnate da eventi fuori controllo che possono cambiare radicalmente il corso di una vita. La differenza tra una vita che riparte e una che si frantuma può dipendere infatti da un minimo dettaglio – da un documento rilasciato in tempi certi, da un contratto di lavoro regolare, da un posto letto certo e continuativo -, da una porta che si apre o si chiude senza preavviso, da un via libera per continuare il percorso o da uno stop a tempo da definirsi”. Come da diversi anni a questa parte, si parla ormai di un festival veronese per questa Giornata del Rifugiato, visto “il grande numero di incontri ed eventi previsti nell’arco di due settimane: dagli incontri di approfondimento con giornalisti e accademici a cinema, teatro e musica”. Quest’anno, in particolare, “siamo molto felici di ospitare diversi laboratori partecipativi con figure molto importanti a livello nazionale, una delle modalità migliori per comprendere i fenomeni e cambiare le proprie prospettive”. Gli incontri si terranno, per la prima volta, in parte a Forte Sofia e in parte al Community Center, luogo degli sportelli di servizio sociale gestiti nel quotidiano dall’associazione e, da due anni, anche luogo di formazione per volontari.e e operatori.trici della città. Per venerdì 13 giugno il programma prevede alle 17:30 un talk con Raffaele Crocco, giornalista e fondatore dell’Atlante delle Guerre, insieme a rappresentanti del gruppo volontario di Banca Etica e Cresud, per discutere di economia, cooperazione e giustizia sociale. Alle 21 serata musicale con l’artista Cava Worldwide e un talk e concerto con Psychophono. A seguire, performance di collettivo Chunga.