Con Croce Rossa la formazione salva la vita Convegno di due giorni con i maggiori esperti dell’Italian Resuscitation Council

Saper compiere una manovra di disostruzione delle vie aree nei bambini o negli adulti o una manovra di primo intervento in caso di arresto cardiaco è fondamentale per salvare vite. Proprio per questo la Croce Rossa Italiana è in prima linea nella formazione dei suoi Volontari e della popolazione e organizza iniziative volte a contribuire alla diffusione della cultura delle Manovre Salvavita. E’ il caso dell’evento che si tiene fino al 12 ottobre al Centro Congressi Veronafiere. “Es­se­re efficaci nella formazione per salvare vite”, questo il titolo del Convegno che sarà inaugurato dal consigliere nazionale CRI, Massimo Nisi e dal presidente IRC, Andrea Scapigliati. Nella “due giorni” l’evento sarà arricchito dalla partecipazione di grandi esperti del settore, di rilevanza nazionale e internazionale, e saranno affrontate diverse tematiche, quali le nuove proposte legislative, la salvaguardia del soccorritore, la funzionalità del sistema emergenza, la storia della scienza della rianimazione, il presente e il futuro del settore. “Invitiamo tutti, a partire da tutti i Volontari, a partecipare a questo convegno di aggiornamento degli istruttori e formatori che contribuiscono, ogni giorno, alla diffusione della cultura delle Manovre Salvavita”. E’ l’invito che viene da Jacopo Pagani, delegato Tecnico Nazionale Obiettivo Salute CRI. “L’ini­ziativa quest’anno è arricchita da un nutrito gruppo di autorevoli esperti e realizzata, per la prima volta, in collaborazione con l’Italian Resuscitation Council, una delle più prestigiose società scientifiche Italiane che riunisce i maggiori esperti nell’ambito della rianimazione cardiopolmonare. Riteniamo che la sinergia tra questa illustre comunità scientifica e la Croce Rossa Italiana, che vanta una forza formativa di otre 160 mila volontari e più di 5000 istruttori presenti nelle 1445 sedi nazionali, possa essere funzionale a diffondere in maniera incisiva e capillare la cultura della Rianimazione Cardiopolmonare e che, conseguentemente, possa contribuire a salvare più vite”, conclude Pagani.