Con l’elaborazione del lutto c’è la protagonista di Melk Tra le complicazioni c’è il ricordo materiale della maternità mancata

Mentre in Sala Grande e nelle aree limitrofe cinecritici, cinefili e cineasti sono impegnati in sanguinose battaglie verbali per attaccare e/o difendere i titoli in concorso a Venezia 80, poche decine di metri più in là, in una Sala Perla che profuma ancora di recenti interventi di ristrutturazione, ha preso vita la ventesima edizione delle Giornate degli Autori.
Nata sul modello della Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes, dal 2004 questa curatissima rassegna si impegna nella promozione di un cinema innovativo e giovane attraverso un ampio numero di proiezioni, masterclass ed eventi mirati alla catalisi di un dialogo costante e stimolante tra il cinema e il pubblico. A incentivare uno sguardo fresco è la presenza di una giuria di giovanissimi composta da ben 27 giovani appassionati della settima arte, ognuno in rappresentanza di uno dei 27 Stati dell’Unione Europea. Nell’ambito della selezione ufficiale del concorso sono stati individuati dieci lungometraggi d’autore, i quali trovano uno speciale palcoscenico all’interno della Mostra delineando ogni anno un percorso tematico che lega tutte le produzioni. In particolare, quest’edizione si snoda attorno al tema del dono: chi dona il sangue, chi un orecchio pronto ad ascoltare e chi, come la protagonista di MELK (“LATTE”), dona il latte materno.
Tra i titoli più degni di nota di questa edizione, MELK è il primo lungometraggio dell’olandese Stefanie Kolk. Un dramma che trova espressione nel silenzio straziante di Robin, giovane donna costretta ad affrontare il dolore per la perdita del suo bambino, nato morto a qualche mese dal termine della gravidanza. A complicare l’elaborazione del lutto è l’arrivo di una copiosa montata di latte materno, unico ricordo materiale della maternità mancata. Sorretta dal compagno Jonas, Robin deciderà di donare il latte materno per aiutare altre neo-mamme…ma il subentro di complicazioni costringerà Robin a un cammino aspro. Regia elegante ed essenziale, performance intense e una sceneggiatura che ci porta a riflettere su tematiche dolorose: c’è solo da sperare che questo film trovi spazio in qualche angolo della distribuzione italiana.
PROMOSSI E BOCCIATI (SELEZIONE UFFICIALE VENEZIA 80)
El conde – bocciato: Pablo Larrain veste il dittatore Augusto Pinochet dei panni del conte Dracula in un horror-satira sul potere capace di trasformarsi e rigenerare sé stesso in varie forme, tutte incuranti dell’uomo, sprezzanti della differenza tra giusto e sbagliato e alla fin fine solo aderenti al proprio onnivoro egoismo. Buone le premesse, genere mal scelto, esecuzione ai limiti della noia.
Ferrari – promosso: l’americano Michael Mann si cimenta con l’italianissima storia di Enzo Ferrari: tra durissimi lutti e querelle familiari, ambientazioni accurate e una narrazione efficace del contesto storico Italiano degli anni ’60, Mann fa centro e ci restituisce un film godibile e ben realizzato. Leggermente fuori fuoco l’interpretazione di Adam Driver nei panni di Ferrari, perfetta Penelope Cruz in quelli della moglie Laura.
Maria Letizia Cilea
Martina Bazzanella