Giovedi 18 dicembre, sono attesi a Bruxelles più di diecimila agricoltori europei appartenenti a oltre 40 organizzazioni dei 27 Stati Ue, uniti in una grande mobilitazione di protesta contro la riforma della Pac, la Politica agricola comune. Confagricoltura Verona sarà presente con una delegazione composta dal direttore Dino Boni, dai componenti di giunta Diego Zoccante e Alessandra di Canossa, oltre a numerosi giovani. «Siamo davanti ad un’ipotesi di riforma che non risponde alle esigenze delle aziende agricole e prevede tagli del 20% alle risorse per il settore primario – sottolinea Alberto de Togni, presidente di Confagricoltura Verona – Una mazzata per le oltre 14.500 aziende agricole veronesi. Manca completamente una visione su quello che potrà essere il sistema agricolo futuro e questo si traduce in un clima di incertezza per le imprese, che senza progettualità rinunciano a investire. Non chiediamo sussidi, ma incentivi in grado di garantire la produzione, la qualità e la sicurezza alimentare, oltre al futuro dei giovani agricoltori». Il tema della Pac 2028-2034 ha un significato strategico per l’agricoltura veronese, che registra un calo dei quantitativi raccolti in campagna dovuto ai cambiamenti climatici e alla carenza di mezzi per la difesa fitosanitaria. «Abbiamo necessità di investire nella crescita, nel consolidamento e nell’aggregazione delle aziende agricole produttive – spiega il presidente – oltre che nel ricambio generazionale, continuando a sostenere le iniziative imprenditoriali dei giovani agricoltori. In un contesto globale estremamente difficile, il mercato e’ altrettanto complesso e imprevedibile. L’incertezza non permette alle imprese di fare investimenti. Le nostre imprese garantiscono cibo di qualità e rappresentano uno dei pilastri dell’economia italiana ed europea. Serve una politica agricola comune che metta al centro i temi della produttività, della competitività e dell’innovazione. In questi anni abbiamo assistito ad un numero consistente di aziende agricole che hanno dovuto chiudere i battenti. Non possiamo permettere che Verona, provincia leader in Veneto per valore aggiunto in agricoltura e in vetta nella classifica nazionale nell’export agroalimentare, perda per strada altre aziende».



