Legnago. Consumo di suolo, Comune virtuoso. Nel 2024 si registra un saldo negativo, con più ettari ripristinati di quelli consumati

Anche quest’anno il nuovo Rapporto ISPRA 2025 fotografa una situazione critica a livello nazionale, con il dato peggiore dell’ultimo decennio e un ritmo di trasformazioni che erode suolo naturale e agricolo ogni ora. Verona si conferma tra le realtà dove l’incremento è più preoccupante: tra il 2023 e il 2024 nel capoluogo scaligero sono stati consumati 15,88 ettari di suolo netto, un valore che colloca la città al 69° posto su 7.986 comuni italiani nella graduatoria nazionale per aumento del consumo di suolo. In provincia il dato è doppio: solo San Bonifacio ha fatto peggio (-22,44h) ma ci sono anche segnali positivi. Legnago si distingue infatti come comune «virtuoso»: nel 2024 registra un saldo negativo, con più ettari ripristinati di quelli consumati. È la prova che invertire la rotta è possibile quando si scelgono rigenerazione, recupero e tutela delle aree agricole. A livello regionale, Verona è il quinto comune per incremento dallo scorso anno, dietro Venezia, Montebello Vicentino, San Bonifacio e Dolo. Sullo sfondo, il quadro nazionale: nel 2024 quasi 84 km2 di nuove superfici artificiali e oltre 78 km2 di consumo netto, con una perdita media di circa 10 mila m2 di suolo ogni ora, secondo ISPRA. In Veneto le maglie nere sono Padova (49,65% di suolo impermeabilizzato), Treviso (39,52%) e Vicenza (32,17%). Rispetto a queste città fortemente urbanizzate, secondo i dati ISPRA, Verona rimane un capoluogo di provincia con molti terreni agricoli e suolo naturale «libero»: al 2024, è stato consumato il 28,8% del proprio territorio. Oltrepassando i confini comunali, la provincia di Verona si conferma invece tra le più colpite a livello nazionale: è sesta in Italia per aumento di consumo di suolo nel 2023-2024, pur registrando un miglioramento rispetto all’anno precedente, quando risultava al primo posto. In dodici mesi sono stati consumati circa 50 ettari in meno rispetto al 2022-2023, segno di un rallentamento da consolidare con scelte urbanistiche coraggiose, e che però non cambia la tendenza strutturale, visto la contestuale e progressiva diminuzione di popolazione. Tra i progetti più controversi, Legambiente ribadisce il no al parco acquatico «Onda Surf» in località Bertacchina, tra Gardesana, canale Camuzzoni e Adige, che prevede una grande vasca per onde artificiali, servizi turistico-sportivi e parcheggi. L’intervento porterebbe nuove superfici impermeabili per circa 3,8 ettari su suolo agricolo, con ulteriore pressione di traffico su un asse già congestionato. Di fronte a questi dati ci auguriamo che non venga mai approvato il via libera al progetto Onda Surf. È l’esempio perfetto di ciò che Verona non può più permettersi: nuovo consumo di suolo in aree agricole produttive, traffico aggiuntivo e un modello di sviluppo incoerente con gli impegni ambientali del Comune» sottolinea Andrea Gentili, presidente di Legambiente Verona. Legambiente chiede all’amministrazione comunale di bloccare qualsiasi nuova progettazione espansiva fino all’approvazione definitiva del nuovo Piano di Assetto del Territorio e di inserire un obiettivo vincolante di azzeramento del consumo di suolo al 2030, e non al 2050, in linea con il cambio di paradigma chiesto da ISPRA e con il quadro europeo verso suoli sani e tutelati.