Cosa si sa e cosa no sull’uso delle mascherine a scuola. A dieci giorni dall’inizio è il caos Sembrano facoltative solo al banco, ma il virologo Crisanti protesta: “Vanno usate sempre”. Obbligatorie anche durante la ricreazione, ma i ragazzi dovranno pur mangiare e bere, e inevitabilmente saranno vicini. La chirurgica non è indispensabile Chi controlla se proteggono?

Scuola-mascherine.
Proviamo a fare ordine. Non è semplice, ma que­sto – a dieci giorni dall’i­ni­zio ufficiale delle lezio­ni, e a corsi di recupero già iniziati – è ciò che ci è dato sapere.
Stando alle indicazioni del ministero della Salute la mascherina va indossata all’ingresso a scuola, sulle scale, nei corridoi, durante l’ntervallo, per andare in bagno e in tutte le occasioni in cui il distanziamento di un metro non è possibile.
In­somma, sempre tranne che al banco, ma anche in questo caso, la discussione è accesa. Proprio oggi il virologo Andrea Crisanti, che il governo ha messo a capo della task force dei tamponi, ha dichiarato: «A scuola la mascherina an­drebbe indossata anche se­duti al banco quando si par­la perché quando si parla si emettono droplet. La scuola non serve solo a imparare ma anche a interagire, se tenessimo tutti zitti per ore andrebbe bene, ma non ce li vedo ragazzi che non a­prono bocca per tanto tem­po». Perché allora è stata data una disposizione diver­sa? «Probabilmente» ha risposto Crisanti «perché non è stata ancora raggiun­ta la capacità di 11 milioni al giorno, bisognerà vedere se queste mascherine si mate­rializzano». Già: ricordiamo che il governo ha assicurato una fornitura di 11 milioni di mascherine al giorno, 33 milioni al mese, 132 milioni a quadrimestre: a noi, sin­ceramente, pare impos­sibi­le. Vedremo.

BIMBI E RAGAZZI
Il Comitato tecnico-scientifi­co fa una distinzione fra grandi e piccoli. Per i bam­bini delle elementari togliere la mascherina al banco avrebbe un valore didattico: «Per favorire l’apprendi­mento e lo sviluppo relazio­nale la mascherina può essere rimossa in condi­zione di staticità (bambini seduti al banco) con il ri­spetto della distanza di alme­no un metro e l’as­sen­za di situazioni che preve­dano la possibilità di aero­so­­liz­zazione (come il can­to)». Per gli studenti delle medie e superiori invece la ma­scherina al banco non è richiesta al­meno finché du­ra l’attuale «situazione epi­demiologica di bassa circo­lazione vira­le».

QUALE MASCHE­RINA?

Secondo gli esperti della Salute «gli alunni dovranno indossare una mascherina chirurgica o di comunità di propria dotazione», ec­ce­zion fatta per i minori di 6 anni e per gli alunni disabili la cui condizione renda im­possibile l’uso di questo dispositivo. Il Comitato consiglia quella chirurgica. Ma non ha voluto imporne l’obbligo, essenzialmente per tre motivi: il primo è che se per caso la scuola non dovesse averne per tutti, l’cquisto in farmacia sarebbe a carico dei genitori; il secondo è legato alla didattica e al­l’aspetto psicologico: poi­ché anche quelle di stoffa fungono da barriera, spe­cie per i bambini più piccoli è più adatto l’uso di ma­scheri­ne colorate e leggere non quel­le dei dispositivi o­spe­dalieri; infine c’è un problema logistico: chi distribuisce all’ingresso le ma­sche­rine?

DA CASA A SCUOLA

Lungo la tratta casa-scuola a bordo di mezzi pubblici è obbligatoria. A piedi no.

PROF E BIDELLI

Per insegnanti, personale au­siliario e di segreteria, è previsto l’so della mascherina chirurgica, che va cambiata ogni 4 ore. Alla cattedra l’nsegnante può toglierla. Per questo è stata data indicazione di lasciare tra cattedra e primo banco uno spazio che è il doppio rispetto alla distanza di sicurezza tra i banchi: avendo gli studenti ad almeno 2 metri, l’nsegnante non dovrebbe correre particolari rischi.

I PIU’ PICCOLI

All’asilo, compreso il nido, la mascherina non è obbligatoria. Saranno invece gli operatori e gli insegnanti a poter indossare ulteriori dispositivi come la visiera e i guanti nelle situazioni di maggior rischio. Il Cts sta valutando la possibilità di dotare gli insegnanti di mascherine trasparenti che rendano visibile il viso e la bocca e che aiuterebbero l’nterazione con i più piccoli.

I TRASGRESSORI

Mario Rusconi, presidente dell’Anp Lazio, ha spiegato: «Lo statuto degli studenti di ogni scuola prevede una gradazione di interventi che p­oAssono andare dal richiamo all’avviso ai genitori, dai lavori socialmente utili fino alla sospensione o bocciatura”.