Così Cerea “gioca” la partita più dura Un fondo di 18 mila euro “per aiutare le società sportive alle prese con questa crisi”

Una società sportiva su dieci, secondo i dati del Coni, sarebbe a rischio chiusura in Veneto. L’amministrazione comunale di Cerea ha raccolto l’appello del mondo dello sport stanziando un fondo di circa 18mila euro, con l’obiettivo di sostenere le società ceretane, in particolare quelle che si occupano della crescita dei giovani. Un intervento importante, in un periodo in cui tutte le società dilettantistiche sono in grossa difficoltà, per l’impossibilità di svolgere attività e per la consegiente diminuzione di adesioni e dunque di finanziamenti.
“È un campanello d’allarme che abbiamo preso molto seriamente. La nostra città, da questo punto di vista, ha la fortuna di avere sul territorio delle aziende molto sensibili, che fanno da sponsor e investono per supportare le ragazze e i ragazzi che praticano delle attività sportive – afferma il sindaco Marco Franzoni -. La pandemia ha però costretto alcune imprese a rivedere momentaneamente le proprie priorità e quindi come Comune abbiamo voluto fare uno sforzo ulteriore, individuando nuove risorse per aiutare le società in questo difficile periodo”. Secondo Franzoni “i giovani stanno risentendo molto di questa fase a livello relazionale. Appena usciremo da questa emergenza vogliamo che ci siano tutte le condizioni affinché anche il mondo dello sport possano ripartire subito col piede giusto. I giovani hanno bisogno di quei momenti di aggregazione, di crescita individuale e di gruppo”.
Sono sette le società sportive coinvolte: pallavolo, basket, calcio, tennis, karate, atletica e tiro a segno. Il consigliere comunale con delega allo Sport Enrico Zandonà sottolinea: “Lo stanziamento è stato approvato dalla giunta comunale dopo il contributo deliberato a inizio marzo a favore delle associazioni sportive che gestiscono le palestre e le scuole di danza. In questo caso, con la nuova delibera ci siamo concentrati sulle società che hanno delle squadre giovanili. Questo perché negli ultimi mesi hanno registrato meno iscritti, com’è fisiologico che sia in questa fase di emergenza”. Zandonà conclude: “Il nostro è un aiuto che va oltre allo sport: è un intervento sociale di sostegno alle società sportive, ma anche ai genitori che vedono nelle attività sportive una fondamentale attività ricreativa, di crescita, di appartenenza per i propri figli e soprattutto uno strumento di salute”.