Così ci fregano sulla benzina. L’Agenzia delle Dogane sequestra 100 milioni a imprenditori veronesi Nel mirino conti correnti, immobili, terreni, partecipazioni societarie e auto. Gli indagati avrebbero dichiarato fittiziamente per tre anni la propria sede all’estero: le società “cartiere” hanno fruttato una montagna di soldi. Gli investigatori hanno scoperto 900 mila litri di carburante-taroccato: piccole quantità di gasolio mescolato con lubrificante

Basta! C’è un cancro, a Ve­rona, che va estirpato. Da tem­po, ormai, la criminalità pe­tro­lifera ha affondato le ra­dici nella nostra provincia. Bu­­siness milionari di oro ne­ro. Imprenditori onesti e cit­ta­dini sono le vittime. Gli a­guzzini, questi criminali, non usano armi, ma soldi spor­chi, luridi, una mon­tagna. Lo Stato continua a uscirne bastonato. Questo l’ultimo cla­moroso fatto.
L’Agenzia delle Dogane di Verona ha sequestrato a imprenditori scaligeri beni per oltre 100 milioni di euro nell’ambito di un’indagine sul­le frodi nel settore dei car­buranti. Gli accertamenti si sono focalizzati su operatori commerciali di prodotti ener­getici stabiliti nel Veronese che si sarebbero resi re­spon­sabili di frodi di diversa natura. Nel dettaglio, l’analisi dei rischi effettuata dagli uomini dell’Agenzia ha con­sentito di individuare una so­cietà creata da imprenditori del territorio che, dichia­ran­do fittiziamente la propria se­de all’estero, dal 2017 al 2020 ha commercializzato in Italia ingenti quantità di car­burante. L’utilizzo di società “cartiere” e la contabiliz­za­zio­ne di fatture per opera­zioni soggettivamente inesi­stenti ha consentito alla so­cietà di realizzare profitti il­leciti per svariati milioni di eu­ro e indebiti crediti Iva per circa 4 milioni.
Sulla base degli accerta­menti svolti il tri­bunale di Ve­rona ha emesso un decreto di sequestro pre­ventivo con il quale i fun­zionari dell’A­gen­zia sono stati delegati all’esecuzione sul territorio nazionale del se­questro di conti correnti, immobili, ter­reni, parteci­pazioni so­ciet­arie e auto per un importo com­plessivo di 49.317.331 euro.
Inoltre, nel corso dell’ultimo mese, i fun­zionari in co­ordi­namento con i coleghi dele­gati dalla pro­cura di Pisa, hanno accer­tato la commer­cializzazione di 900 mila litri di carburante qualitativa­mente alterato ot­tenuto me­diante la miscela­zione di pic­cole quantità di gasolio con altro prodotto petrolifero qua­lificato come olio lubri­ficante e introdotto in de­po­sito mediante docu­men­ta­zio­ne falsa. La con­dotta frau­dolenta ha con­sentito l’eva­sione di accisa per 555.660 euro. Sempre nello stesso periodo è stata riscontrata l’ulteriore re­spon­sabilità nel­l’e­va­sione da par­te dei due depositi qualificati come “destinatario regi­stra­to” con sede nel Ve­ro­nese. Così il tribunale scaligero ha e­messo un ulteriore seque­stro preventivo per 79 milioni di euro.

Marcello Dalla Bernardina, presidente di Confcommercio Energia: “L’illegalità mette a rischio il settore”

Per il sindacato di categoria “è necessario che i disonesti rispondano per l’Iva evasa”

“La concorrenza sleale, sotto forma di acquisto di prodotto a prezzi fortemente ribassati e fuori mercato che viene proposto da operatori non conosciuti che non ne garantiscono la legittima provenienza, sta minando gli equilibri del settore del commercio di carburanti e mettendo in grandissima difficoltà le aziende che, per etica, non hanno ceduto alle lusinghe dei facili guadagni; un fenomeno sempre più diffuso anche nel veronese che determina oltretutto anche un danno ambientale, in quanto viene commercializzata materia prima che non assolve l’obbligo della bio-miscelazione attraverso cui avviene l’abbattimento della CO2 grazie alla percentuale di carburanti di origine vegetale”. Lo afferma Marcello Dalla Bernardina, presidente del sindacato energia di Confcommercio Verona il cui Direttivo, in carica dal 2018, si è riunito nei giorni scorsi. “Ci congratuliamo e ringraziamo la Guardia Di Finanza di Verona per le due operazioni che in questi giorni hanno portato al sequestro di beni e denaro rispettivamente per 100 milioni (notizia di oggi) e per 80 milioni di euro (“Free Fuel” a Mozzecane) a carico di società operanti nel commercio di carburanti nel territorio scaligero; queste si vanno a sommare alle altre quattro operazioni, altrettanto importanti, che si sono succedute negli ultimi 12 mesi nei confronti di società operanti sempre nella nostra provincia, da Arcole a Sommacampagna, da Cologna Veneta ad Albaredo D’Adige e che dimostrano l’impressionante dimensione del fenomeno”.
Per il sindacato energia di Confcommercio Verona “è necessario che i disonesti rispondano per l’Iva evasa, come peraltro già prevede il comma 3 ART 60-bis D.P.R. 633/1972, che sancisce la responsabilità solidale per il pagamento dell’Imposta: ciò permetterebbe allo Stato di disporre di risorse particolarmente utili in questo momento storico di grave emergenza economica a causa del Covid”. “Tale operazione – aggiunge Dalla Bernardina – rappresenterebbe un deterrente per un mercato che ancora registra, purtroppo, traffici irregolari”. L’Associazione si impegna, sempre più convintamente, a segnalare alle Autorità le situazioni poco chiare e, appena possibile, dopo le restrizioni Covid, programmerà una iniziativa per meglio spiegare il fenomeno dell’illegalità nel commercio dei carburanti all’opinione pubblica.