Così Zaia lancia l’SOS “Ci sono 29 morti in meno di 15 giorni. Se continua così, il virus colpirà tutti”.

«I nostri modelli matematici ci dicono che se continua così tra 5 giorni tocchiamo il picco nelle terapie intensive e, se continuiamo a non rispettare le regole, entro il 15 aprile avremo 2 milioni di veneti contagiati. Stiamo facendo di tutto perché le curve smentiscano i modelli, ci siamo riusciti fino a ora, però adesso c’è bisogno dell’aiuto di tutti».
Il governatore Luca Zaia, durante la quotidiana conferenza al centro della Protezione Civile di Marghera, è andato dritto al punto. È stato duro e realistico. Non poteva fare altro. «Dobbiamo chiamare tutti alla responsabilità» ha tuonato «a non andare nei fine settimana al mare, a fare passeggiate, a non andare nelle piazze o in nessun posto che non sia il lavoro o a fare la spesa. Se continua così dovremo chiudere tutto, per forza, perché saremo tutti con il virus, e quindi mi rivolgo ai veneti: dateci una mano a rallentare la diffusione. Lasciamo perdere quel che abbiamo detto in passato» ha aggiunto il governatore.
«La verità è che il virus fa danni peggiori di qualsiasi influenza, non è normale che muoiano 29 persone in meno di 15 giorni». Non era mai successo che un presidente di Regione lanciasse un appello così accorato alla cittadinanza. «La misura dell’isolamento totale è consona» ha sottolineato, riferendosi all’appello lanciato dal collega lombardo Fontana al premier Conte «ma la decisione deve essere presa in accordo con tutti, visto che ci sono altre realtà che devono capire se stanno dentro o fuori”.

Zaia: “Voglio le strade vuote!
Stop a gite e a cene da amici”.

Il governo deve dare le indicazioni e la Lombardia va ascoltata, perché è in una situazione tragica. Gli algoritmi del nostro ufficio studi ci danno proiezioni che purtroppo ci dicono che se non riusciamo a intervenire con l’aiuto di tutti, la curva non riusciamo ad arrestarla. C’è poco da fare atti di eroismo o di esorcismo» ha proseguito Zaia «perché in questa fase bisogna guardare con obiettività quello che sta accadendo. La prima cura al virus siamo noi, nei nostri comportamenti, nel fatto che dobbiamo mantenere le distanze di sicurezza nell’interlocuzione con le persone, nel fatto che dobbiamo limitare al minimo i rapporti sociali. Non avrei mai pensato nella mia vita di invitare una comunità a non relazionarsi più, però è un sacrificio che dobbiamo fare. La partita passa di mano ai veneti» ha concluso il presidente della Regione. «Se i veneti non seguono queste indicazioni ci svuotano gli ospedali di pazienti ordinari e dobbiamo riempirli di pazienti da Coronavirus. Non sto facendo allarmismo, ho sempre detto la verità rispetto alla situazione. Non possiamo contare sulla fortuna, sul bel tempo, su boiate o su consigli per gli acquisti. Voglio vedere le strade vuote alle 6 di sera, escludo il tema del lavoro, ma per il resto le strade devono essere vuote e le luci spente. I ragazzi possono darci una mano: svuotate spiagge, piazze, tutto quello che è aggregazione. Non andate a cene da amici».