Cozzolotto, cancellati i domiciliari Il condirettore di Amia è in azienda. Nessuna accusa di illecita percezione di denaro

Novità nella sede dell’azienda di Via Avesani.
Il direttore Ennio Cozzolotto, dopo che il Tribunale del Riesame di Venezia ha annullato la misura cautelare degli arresti domiciliari, per mancanza di indizi, è rientrato in Amia.
“Quale difensore di Ennio Cozzolotto” ha detto l’avvocato Claudio Avesani, “preciso che il mio assistito, condirettore di AMIA S.p.A., è stato il 4 giugno scorso posto agli arresti domiciliari, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Venezia, esclusivamente in relazione a un presunto tentativo di turbativa della gara per la fornitura ad AMIA S.p.A. di corsi di formazione in materia di prevenzione antincendio, per fatti che sarebbero accaduti nel 2018; nessuna accusa, invece è stata mossa in relazione alla illecita percezione di somme di denaro da parte di chicchessia per qualsivoglia causale”.
Lo scorso 10 giugno, l’indagato ha reso interrogatorio di garanzia avanti al Giudice rigettando ogni addebito e, il giorno dopo, si è visto revocare la misura degli arresti domiciliari, originariamente inflittagli, che è stata sostituita con la misura cautelare interdittiva dello svolgimento delle proprie funzioni dirigenziali, per sei mesi. “La vicenda – sottoline l’avvocato Avesani – è stata dunque ridimensionata già in occasione del primo contatto con l’Autorità Giudiziaria”.
Lo scorso 8 luglio, infine, il Tribunale del Riesame di Venezia ha annullato la misura cautelare irrogata al Cozzolotto per mancanza di indizi a sua carico, “osservando, in accordo con quanto sin dal primo momento sostenuto dalla difesa, che non può configurarsi alcun tentativo di turbativa di una gara che – come già risultava dall’indagine al momento dell’arresto – in AMIA non è mai stata bandita”.
“Ritengo – conclude l’avvocato – opportuno precisare che neppure era in alcun modo iniziato alcun procedimento finalizzato alla futura acquisizione dei corsi antiincendio oggetto di indagine, né infine alcun tipo di rapporto contrattuale è mai stato intrattenuto con l’azienda che, secondo l’accusa, avrebbe dovuto essere favorita nella futura gara”.