Crisanti rilancia l’allarme. Zangrillo non è d’accordo: “Ha vinto il terrorismo” LA SECONDA ONDATA: Esperti a confronto

Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova, interpellato dall’Ansa è duro nei confronti del Governo. E stronca il nuovo Dpcm: “Le misure messe in campo con il nuovo dpcm sono misure ad effetto temporaneo e non risolutive“. Sono misure ad effetto temporaneo perché – ha aggiunto il professor Crisanti – “finché non si elaborerà un piano per consolidare i risultati eventualmente derivanti da misure più restrittive, continueremo inevitabilmente in questa spirale di contagi“.

Ma Crisanti non si limita alla parte destruens: l’ordinario di microbiologia ha infatti dato la sua opinione circa il possibile piano, spiegando come a suo avviso bisognerebbe “mettere in campo un piano di sorveglianza che, una volta che saremo riusciti ad abbassare i contagi attraverso misure più restrittive come tutti speriamo, riesca a mantenerli bassi e sotto controllo”.
Non si tratterebbe di fatto di un unicum, quello del Bel Paese, qualora optasse per un piano di sorveglianza massiccio, esistendo “vari esempi di Paesi virtuosi che sono riusciti in questo obiettivo, da Taiwan alla Corea. Oltre alle misure illustrate dal premier, bisognerebbe cioè adottare una strategia che finora in Italia non è stata mai messa in campo“, mettendo in campo un “vero piano di sorveglianza che preveda tracciamenti mirati per interrompere le catene di trasmissione, strumenti informatici efficaci e rafforzamento della capacità di diagnosi”.

Da Crisanti a Zangrillo, dal giorno alla notte. “Non dobbiamo aver paura perché, come detto più volte, non dobbiamo confondere il positivo al coronavirus con il contagiato potenzialmente infettante e soprattutto ammalato”. Così Alberto Zangrillo, Prorettore dell’Università San Raffaele di Milano, in un’intervista concessa al Tg5 e poi ricondivisa sul suo profilo Twitter.

Zangrillo sottolinea che ”è difficile dire le cose in modo giusto ed essere creduti perché ho paura che in questo momento abbia vinto chi ha avuto come obiettivo quello di terrorizzare e spaventare”.“Le persone – prosegue – sono sconcertate, terrorizzate e spaventate. Hanno mal interpretato il concetto di tampone per cui c’è una corsa ad eseguire il tampone come se fosse una misura terapeutica. In realtà adesso il problema sono i pronto soccorso, abbiamo fiumane di persone che arrivano al ps e non riusciamo a controllarle. Di queste il 40% potrebbero stare tranquillamente a casa se assistite, se rincuorate, se informate”.

Il Primario dell’Unità Operativa di Terapia Intensiva e Rianimazione Generale consiglia di “mantenere tutti i nervi saldi, cercare di non comportarci in maniera irrazionale”. “Noi clinici – aggiunge – dobbiamo abituarci a un uso appropriato delle risorse e mettere in terapia intensiva chi ne ha veramente bisogno. Non sono sicuro che accada”.Sulle misure per contenere la diffusione del contagio, Alberto Zangrillo si dice “fiducioso nella cabina di regia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e confido nel fatto che vengano date delle risposte efficaci, tenendo conto che c’è un clima di terrorismo che è assolutamente immotivato e molto pericoloso”.