Croce guarda a mantova Con la partnership nata sul Lago di Garda, la multiutility potrebbe subire un’improvvisa virata federalista. In settimana il sindaco Sboarina incontra il collega Variati

Sul tavolo del presidente dell’Agsm resta ancora aperto il dossier con Aim Vicenza: «Lo stiamo ridiscutendo con il management di Vicenza”, ha detto in più occasioni il presidente Michele Croce, “per noi rimane una priorità, Vicenza può essere una pedina fondamentale, speriamo che anche per Vicenza Agsm resti una priorità». Ma il fondatore di Verona Pulita ha teso la mano anche a Tea Mantova: “È l’unica provincia lombarda non aggregata in A2A, ci pare naturale iniziare un dialogo conoscitivo visto che abbiamo un bacino comune”. Nel futuro di Agsm “potrebbe esserci la Borsa, anche se non è un passo dovuto”, aveva concluso il presidente Agsm, parlando con Il Sole 24 Ore, “stiamo avviando questo percorso ma serviranno altri passaggi, per poi presentarsi in Borsa con un progetto che faccia innamorare gli investitori”. Nel frattempo Agsm ha avviato una partnership con Garda Uno, municipalizzata a controllo pubblico di circa 40 comuni sulla sponda occidentale del Lago di Garda, che ha dato vita alla “multiutility del Garda”, soggetto destinato ad evolvere anche in un legame societario. La strategia della società – circa 700 milioni di fatturato e 100 milioni di Ebitda – punta alla creazione di un polo che federi i territori di Vicenza, Verona, Mantova e del Garda, con propaggini anche in territorio bresciano, storico presidio di A2A. «La naturale evoluzione di questo scenario – aveva detto Croce – è quella di un’estensione verso Mantova e noi pensiamo che una multiutility di Verona, del Basso Garda bresciano e dell’alto mantovano possa essere uno scenario forte e immaginabile anche nel breve termine”. Che ne sarà dunque del progetto di aggregazione con i cugini vicentini? Una risposta ufficiale arriverà in settimana tra Federico Sboarina e il sindaco di Vicenza, Achille Variati, con Michele Croce per Agsm e il suo pari grado vicentino di Aim. Croce ha sempre lasciato intendere che non gli sono mai piaciute, né la decisione sul “peso” azionario all’interno della futura società (finora stabilito con il 58 per cento a Verona ed il 42 per cento a Vicenza), né l’indicazione di creare due direttori, ciascuno con settori di propria competenza.La fusione tra Agsm e Aim porterebbe alla nascita di una realtà industriale con un fatturato di 1 miliardo e 100 milioni di euro, un margine operativo lordo di oltre 130 milioni e 2.250 dipendenti. Ma il matrimonio resta quantomai incerto.