De Iorio entra nella top 100 dell’arte. Medico specializzato in radiodiagnostica è un appassionato di opere contemporanee

Mauro De lorio, collezionista d’arte napoletano di nascita ma veronese d’adozione è tra le 100 persone più influenti dell’arte italiana secondo il giornale dell’arte. Medico specializzato in radiodiagnostica e gastroenterologia è un appassionato collezionista d’arte contemporanea. Collocata fra gli spazi delle sue case di Trento e Verona, vanta una raccolta di circa 700 opere, una tra le più ingenti in Italia, sia per volume che per qualità, frutto di un profondo interesse umanistico e di una grande attenzione nei confronti delle espressioni psicologiche ed emozionali dell’umano. De lorio, presidente di Artena, associazione di collezionisti nata da poco a Verona, dichiara che il suo collezionare è guidato prima di tutto dalla ricerca di lavori ricchi di simbolismi e archetipi universali, capaci di risuonare con l’emisfero più inconscio presente in ognuno di noi. Di fronte al suo ambulatorio di Verona ha creato uno spazio espositivo per presentare al pubblico, in forma più o meno permanente, parte della sua collezione. La nuova sezione Power 100, come spiega il Giornale dell’arte, è pensata per mettere in luce le figure italiane più influenti nel panorama dell’arte contemporanea. Non è una classifica: qui i nomi appaiono in ordine alfabetico, senza gerarchie, riflettendo un ritratto collettivo e ragionato basato su posizioni, idee, azioni, reti e continuità nel tempo. E volutamente non ci sono i politici. L’obiettivo è offrire una panoramica significativa di chi, negli ultimi dodici mesi, ha contribuito in modo concreto alla scena artistica italiana includendo artisti, curatori, galleristi, editori, collezionisti, imprenditori, e altri soggetti attivi nel settore. Fondata su fattori verificabili come incarichi, iniziative culturali, impatto su istituzioni e pubblico, influenza progettuale e capacità di orientare linguaggi e investimenti, la selezione nasce dal lavoro di un team di esperti e osservatori, con l’intento di fotografare un contesto fatto di voci diverse e ruoli complementari.