Depositato il progetto per il recupero del quadrilatero Arriva la Marriott International, il top dell’hotellerie, con un investimento di 80 milioni. Per Bertucco si è ceduto alle pressioni dei privati. Ferrari: “Abituale approssimazione”. Dura nota dell’associazione albergatori: “Non c’è bisogno di strutture di lusso”

Centro Storico con hotel extra lusso

Verona si conferma capace di attrarre investitori internazionali anche in tempo di Covid, confermando lo standing conquistato negli ultimi anni.

Proprio in queste ore negli uffici dell’Edilizia privata è stato depositato il progetto per il recupero del cosiddetto Quadrilatero, gli immobili di proprietà di Patrizia immobiliare sono delimitati dalle vie Garibaldi, Emilei, San Mamaso e Sant’Egidio.

Fino a qualche anno fa sede degli uffici del gruppo bancario Unicredit, gli spazi di importante pregio sono stati scelti dalla catena alberghiera Marriott Internazional, multinazionale americana che gestisce hotel di alto livello in tutto il mondo, facendo del lusso e dell’esclusività dei servizi i suoi punti di forza.

A Verona la Marriott International arriverà con il brand Autograph Collection, ovvero il top tra la gamma di hotellerie proposte dal colosso d’oltreoceano. Un cinque stelle superior, una novità assoluta nel panorama alberghiero cittadino, la cui collocazione nel cuore della città avrà ricadute positive su diversi fronti, a cominciare da quello occupazionale.

Un’operazione che ha tra i principali obiettivi quelli di portare a Verona quei turisti ‘agiati’ che oggi, per trovare strutture di così alto livello, scelgono soggiorni in città come Milano o Venezia, da cui spostarsi per visitare Verona in giornata.

Il recupero dell’area adiacente a via Garibaldi e allo storico quartiere della Carega sarà a vantaggio anche dei veronesi perché si apre un’ampia porzione di città, che oggi è completamente chiusa all’accesso e alla sua fruizione, restituendo alla comunità antiche corti medievali e una strada storica fra Garibaldi e Sant’Egidio. A disposizione di tutti i cittadini e non solo degli ospiti dell’hotel, una serie di servizi annessi alla struttura come ristoranti, negozi, sale convegni, centro benessere.

Il progetto si avvale anche di uno studio sull’impatto viabilistico legato alla presenza della struttura, con disagi pari a zero dal punto di vista di nuovo traffico. Primo, perché si calcola che solo una piccola percentuale di clientela raggiunga l’hotel con la propria auto. Secondo, perché l’albergo si doterà di posti auto adeguati alla capienza ricettiva attraverso convezioni con i parcheggi cittadini, senza aggravio di auto per il centro storico.

Un investimento che si aggira intorno agli 80 milioni di euro, 40 dei quali necessari per il recupero degli immobili, circa 22 mila metri quadrati, che la Marriott International ha deciso di fare a Verona in virtù di una progressiva crescita turistica della città e di una sostanziale stabilità nel numero di strutture ricettive veronesi.

Valore aggiunto dell’opera sono le opere compensative previste come oneri contributivi che la proprietà dovrà versare al Comune, circa 2 milioni di euro che potrebbero raddoppiare in virtù della variazione della destinazione d’uso del compendio.

Grazie al decreto Sblocca Italia, il progetto segue un iter agevolato e più veloce rispetto al passato. Dopo l’esame della prima Circoscrizione e di tutti gli uffici competenti, passerà al vaglio del Consiglio comunale per l’approvazione finale.

Il progetto è stato illustrato dal sindaco Federico Sboarina e dall’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala. Erano presenti Dario Strano in rappresentanza di Patrizia Real Estate Investment Management, società che sta sviluppando il progetto, e Dario Leone di Cushman & Wakefield, una delle maggiori società private del mercato immobiliare mondiale che ha effettuato un accurato studio di mercato sulla capacità di Verona di assorbire e trasformare flussi turistici da qui a prossimi 10-15 anni.

Piano Folin, passo indietro di 40 anni

“Nel contesto storico in cui ci troviamo, queste è senza dubbio una buona notizia – ha detto il sindaco Federico Sboarina-. Anzitutto perché Verona si conferma città capace di attrarre investitori anche in tempo di Covid, che riconoscono non solo la vocazione internazionale della città, ma anche una vivacità economica che è pronta a ripartire non appena terminata l’emergenza. In secondo luogo, stiamo parlando di una struttura ricettiva senza precedenti per Verona, con una clientela nuova e un indotto che avrà ricadute positive su più ambiti”.
“Un altro contenitore praticamente disabitato che torna a prendere vita – aggiunge l’assessore Segala -. Il progetto presentato ai nostri uffici non prevede semplicemente un hotel, ma anche negozi, ristoranti e nuovi spazi che potranno essere vissuti da tutta la città, compresa una vecchia strada romana che collega via Garibaldi a via Sant’Egidio. Una proposta senza dubbio ambiziosa e che come amministrazione non può che inorgoglirci. Bene anche le valutazioni sugli impatti che l’opera avrà sul traffico della zona e l’importante valore delle opere compensative”.
“Verona cresce a livello turistico del 4 per cento ogni anno – ha sottolineato Leone -, un elemento che non può sfuggire a investitori del calibro della Mariott International. Una struttura di lusso di questo tipo non è un pericolo per gli albergatori già presenti, che anzi potranno ricalibrare le proprie offerte”.

Fin qui l’amministrazione. Ma subito sono arrivate le bordate.

“ E’ la solita incapacità dell’amministrazione Sboarina-Segala di mantenere una qualsivoglia linea di sviluppo,” ha dichiarato Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune, “ cedendo di volta in volta alle pressioni dei privati ai quali questa maggioranza, come quella delle due precedenti amministrazioni Tosi, si offre non come squadra di amministratori ma come agenzia di mediazione o di passacarte. Sulla trasformazione dell’ex Direzione generale di Cariverona e poi di Unicredit”, continua il consigliere, “operazione calata dall’alto e portata avanti con gli strumenti non partecipativi dell’urbanistica in deroga dello Sblocca Italia, spicca la profonda ambiguità del ruolo della Fondazione Cariverona. L’operazione è marchiata Cariverona quando fa comodo sfruttare il prestigio e l’autorevolezza della Fondazione, ma nei documenti troviamo sempre e soltanto il nome della lussemburghese Patrizia Immobiliare dal momento che la Fondazione non può, per statuto, gestire questo tipo di operazioni immobiliari la cui è natura è evidentemente ed esclusivamente di tipo speculativo”.

A rincarare la dose ci ha pensato poi Tommaso Ferrari di Traguardi. “Il problema non è un nuovo hotel, nel centro storico di una città turistica, cui manca l’offerta di lusso, ma la totale mancanza di partecipazione della cittadinanza e del Consiglio a un progetto che sconvolge gli equilibri della città antica, accelerando problemi già in atto: come lo spopolamento, l’abbandono dei servizi e il congestionamento del traffico”, ammonisce Tommaso Ferrari consigliere comunale di Traguardi.
“Non ci lamentiamo certo del fatto che una società di hôtellerie voglia aprire un albergo a 5 stelle nella nostra città, ma denunciamo che, ancora una volta, l’amministrazione affronta un dossier delicato con l’abituale approssimazione, sempre e solo alla ricerca di consenso e visibilità senza una visione organica della città e soprattutto senza il coinvolgimento di Consiglio Comunale e cittadini”, continua Ferrari, “con la presentazione a spezzatino, si spezzettano anche i problemi, eludendo sistematicamente ogni verifica sull’impatto dell’intervento sul quartiere. Ad esempio: quanto traffico extra porterà l’hotel? Ci sono stime del Comune sull’impatto che avrà sull’economia che ruota attorno agli uffici, i trasporti, i parcheggi del quartiere?”.
“Inutile trincerarsi dietro a parole alla moda come rigenerazione, quando è chiaro che si tratta di un intervento che non rigenera, ma al massimo rifunzionalizza la città e chi ci abita, senza compensare delle perdite e dei disagi futuri. Mai come in questo momento commercio e turismo veronesi sono stati messi a dura prova, ma l’approccio è quello di procedere come se nulla fosse, con la logica di dieci anni fa. Forse invece che procedere nelle segrete stanze, senza nemmeno avere un’idea chiara su oneri e compensazioni, l’Amministrazione dovrebbe invitare la proprietà a ridiscutere l’intero progetto, ragionando insieme alla cittadinanza sullo sviluppo di Verona nei prossimi anni”, conclude il consigliere”.

Infine Federico Benini, consigliere comunale PD, ricorda che “Sul piano Folin il comune di Verona avrebbe dovuto (come chiesto dal pd) convocare una commissione temporanea per limitare l’impatto negativo sulla già precaria viabilità del centro storico. Ma d’altronde cosa aspettarsi da un’ammirazione che all’ordine del giorno di due consigli fa aveva calendarizzata una mozione per aprire a tempo illimitato la ztl?”.

Si cade nella speculazione immobiliare

“Verona non ha bisogno di strutture di lusso bensì di eventi a cinque stelle per alzare l’asticella della qualità e rivitalizzare il ricettivo attualmente presente”. Lo rende noto l’Associazione Albergatori in una nota.
“Pensare di incrementare i posti letto di fascia alta nel centro cittadino, dove ricordiamo vi sono già tre strutture di lusso esistenti (una delle quali appena ultimata), senza legare queste valutazioni a seri ed approfonditi studi di mercato è superficiale e poco puntuale. Negli ultimi anni il mercato alberghiero locale è cresciuto sensibilmente determinando un arretramento preoccupante delle tariffe medie applicate, condizionate anche dalle circa 4.000 locazioni turistiche che entrano evidentemente nel nostro mercato”, prosegue l’Associazione Albergatori.

“La riqualificazione di questo quadrilatero poteva avere un destino di più alto profilo, maggiormente rivolto alla città stessa e non banalmente ricadere nella solita speculazione immobiliare”, prosegue la nota. “Nel merito ci siamo confrontati con il Sindaco e l’assessore portando numeri e approfondimenti tecnici ma evidentemente non sono stati considerati. Assisteremo ad un film già visto: hotel a cinque stelle che gradualmente si posizionerà su fasce minori entrando nel mercato dei quattro e tre. Questa è la triste realtà. Che dire, peccato! Altra occasione persa per far crescere per davvero il nostro territorio”.