Difendere il valore della vita dalla cultura dello scarto Gandolfini: “Il suicidio assistito è barbaro e incivile”

Tra testimonianze e proposte, si è conclusa a Verona la prima edizione del Festival per la vita: due giorni tra gli appuntamenti della quarantesima Giornata nazionale per la Vita, promossa dall’Associazione ProVita Onlus e dal Comitato “Difendiamo i Nostri Figli” di Verona con il patrocinio della Regione Veneto, del Comune e della Provincia di Verona con il supporto e la collaborazione di numerose associazioni e di enti locali. Tra i presenti il vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti, e don Gino Zampieri, vicario episcopale della Diocesi scaligera. «La legge 194 del 1978, di cui ricorre il doloroso quarantesimo anniversario, costata ad oggi sei milioni di bambini uccisi nell’utero materno, ha inaugurato una sconvolgente stagione di attacchi continui alla vita e alla famiglia», ha dichiarato Massimo Gandolfini, presidente del Comitato nazionale “Difendiamo i Nostri Figli”. Il valore inviolabile della vita umana, ha aggiunto, «viene declinato in termini di qualità e dignità che altro non sono che ideologiche scorciatoie finalizzate a legittimare ogni tipo di manipolazione». Di conseguenza, la cultura dello scarto si allarga all’orizzonte umano: «Dall’embrione imperfetto da eliminare, al malato terminale o gravemente disabile da spingere a richiedere di morire. Dalla selezione embrionale eugenetica all’eutanasia e al suicidio assistito. Pratiche barbare e incivili vengono sdoganate e proposte come scelte di libertà, di modernità, di autodeterminazione». Si parla di regolamentazione ma, ha ribadito, «l’unica regola civile non può che essere la sua condanna piena” ha concluso.