Domani Turandot, venerdì Domingo Sabato Cavalleria rusticana e Pagliacci; il 2 e 3 agosto due serate con Roberto Bolle

Il 98° Arena di Verona Opera Festival 2021 a un mese dall’inaugurazione offre ancora una nuova produzione e una serie di serate-evento imperdibili ∙ Anna Netrebko e Yusif Eyvazov, coppia in scena e nella vita, torna a Verona per dar vita insieme per la prima volta in Italia Turandot, l’ultimo capolavoro di Puccini (domani sera, 1 e 5 agosto) con giovani affermati come Ruth Iniesta, Riccardo Fassi e il direttore Jader Bignamini ∙Venerdì torna per una sera Plácido Domingo, da oltre 50 anni beniamino dell’Arena: nella Domingo Opera Night esegue sia pagine celebri che perle inedite dal repertorio italiano, francese, viennese e ispano, con il soprano Maria José Siri e il maestro Ciampa ∙
Sabato 31 luglio è una recita speciale per il dittico verista Cavalleria rusticana e Pagliacci: il tenore francese di origini italiane Roberto Alagna fa il suo atteso debutto all’Arena di Verona accanto alla compagna Aleksandra Kurzak, acclamato soprano che per la prima volta affronta in scena il doppio ruolo di Santuzza e Nedda; con loro un cast d’eccezione, tra cui Ambrogio Maestri, Elena Zilio e Davide Luciano ∙
Seguono due serate nel segno della danza il 2 e il 3 agosto, con un programma ricco di sorprese, artisti e stili diversi: con Roberto Bolle and Friends la grande étoile porta in Arena i primi ballerini dalla Scala di Milano, dal Balletto di Astana, dall’Opéra di Parigi, dallo Staatsballet di Vienna e dal Dutch National Ballet di Amsterdam.Turandot, estrema fatica di Giacomo Puccini, rimase purtroppo incompiuta alla morte del compositore nel 1924.
Alla prima, il commosso Arturo Toscanini non riuscì a portare a termine l’esecuzione, con un finale reinventato dal collega Franco Alfano sugli appunti del Lucchese. In questa forma la fiaba della “principessa di gelo” è approdata in Arena già nel 1928 e da allora, pur essendo la più recente delle opere pucciniane, ne è diventata la più amata e rappresentata, superata in cifre solo dai classici Aida, Carmen e Nabucco. Anche Turandot condivide con questi titoli la spettacolarità dei momenti corali e l’alto potenziale evocativo sprigionato dalle scene e costumi di una Pechino ideale e, come indicarono i librettisti veronesi Giuseppe Adami e Renato Simoni, “al tempo delle favole”.
Più di tutti questi melodrammi, può vantare una ricchezza di colori e una iridescente complessità del tessuto orchestrale e tonale, non mero orientalismo ma vera e propria sperimentazione originale con cui Puccini fuse sapientemente melodie tradizionali cinesi e avanguardie del Novecento.
A dirigere l’immenso organico orchestrale e corale di Turandot è chiamato il maestro Jader Bignamini, direttore residente dell’Orchestra Verdi di Milano e nuovo Direttore principale della Detroit Symphony Orchestra.