Dopo 45 anni torna Werther a Verona. Dal 26 marzo al 2 aprile al tetaro Filarmonico L’opera ispirata ai “Dolori del giovane Werther’’ va in scena con un cast di prestigio

Fondazione Arena riporta a Verona la passione di Werther. L’opera ispirata ai Dolori del giovane Werther va in scena con un giovane cast di prestigio. L’allestimento di Stefano Vizioli, con un mondo intero che prende vita dalle appassionate lettere, porta al Teatro Filarmonico l’amore più celebre del Romanticismo letterario. Dirige Francesco Pasqualetti, per la prima volta alla guida dell’Orchestra areniana. Dopo la prima di domenica 26 marzo gli appuntamenti sono per mercoledì 29 marzo alle 19, venerdì 31 marzo alle 20 e domenica 2 aprile alle 15.30.
Il richiesto e poliedrico Dmitry Korchak debutta al Filarmonico come protagonista di Werther, ruolo ambìto da tutti i tenori, accanto alle Charlotte di Vasilisa Berzhanskaja e Chiara Tirotta e all’Albert di Gëzim Myshketa ∙ Completano il cast artisti emergenti come Granatiero, Park, Mezzaro, Sagona, Guglielmi, Todorovitch e i bimbi del coro di voci bianche A.Li.Ve. diretti da Pasqualetti ∙ Il regista Vizioli guida la narrazione dell’opera in un allestimento potentemente evocativo con le scene di Emanuele Sinisi, i costumi di Anna Maria Heinreich, le luci di Vincenzo Raponi e i contributi video multimediali di Imaginarium Creative studio ∙ Terzo titolo della Stagione Lirica 2023, Werther offre con la musica più toccante di Massenet anche un’occasione imperdibile di ampliamento del repertorio per i complessi di Fondazione Arena e per il pubblico del Teatro Filarmonico.
Dopo 45 anni, Werther torna a sedurre (nella versione originale in lingua francese) con una musica avvincente in cui alle voci è richiesto molto (si ricordino le due arie di Charlotte, i virtuosismi di Sophie, e i vari difficili assoli del tenore fra cui la celeberrima Pourquoi me réveiller) e ancora di più all’orchestra, chiamata a svelare i sentimenti dei personaggi con una strumentazione raffinatissima (in cui affiora anche l’allora nuovo saxofono). Ognuno dei quattro atti (gli ultimi due sono legati tra loro quasi cinematograficamente) è introdotto da un preludio orchestrale, occasione di elaborare i diversi Leitmotiv che guidano lo spettatore attraverso l’opera e il suo torrente di emozioni in una trama fatta di piccoli gesti quotidiani che suscitano grandi sconvolgimenti interiori, ben rappresentati dal duetto centrale di Charlotte e Werther, fatto di memorie, poesie di Ossian sfogliate in un libro, baci rubati.
“Quest’opera amatissima apre l’intensa primavera della Fondazione; – dichiara Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico di Fondazione Arena – mentre il Coro si prepara al grande cimento della Messa di Gloria di Rossini, mai eseguita finora, l’Orchestra e i Tecnici realizzano questa produzione che, come il teatro musicale di Massenet, arriva immediatamente allo spettatore ma è frutto di un equilibrio complesso e delicato’’.